Giovedì 27 Febbraio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Eni investe 28 miliardi e accelera sulla transizione

Ventotto miliardi di investimenti nei prossimi quattro anni per accelerare sulla transizione energetica. E dividendo 2025 in aumento del 5%...

Claudio Descalzi, 70 anni, ad di Eni

Claudio Descalzi, 70 anni, ad di Eni

Ventotto miliardi di investimenti nei prossimi quattro anni per accelerare sulla transizione energetica. E dividendo 2025 in aumento del 5% a 1,05 euro per azione, con un programma di buyback fissato a 1,5 miliardi con un upside fino a 3,5 miliardi. Eni alza il velo sul piano al 2028 e annuncia un accordo con Petronas per creare una joint venture nell’upstream in Indonesia e Malesia, che consentirà una produzione di 500mila barili di olio equivalente al giorno e avrà un potenziale esplorativo di circa 10 miliardi di barili.

Illustrando i conti del 2024, chiusi con utili in calo del 37% a 5,2 miliardi anche se i risultati sono "superiori alle attese", l’ad Claudio Descalzi ha parlato di "eccellenti progressi strategici e operativi", delineando i dettagli di un piano ambizioso che punta a consolidare il core business dell’esplorazione e produzione, mentre si accelera sulla transizione energetica, con un focus sulla diversificazione e sulle nuove tecnologie.

In particolare, il piano include la creazione di società satelliti, con la prima incentrata sulla cattura e stoccaggio del carbonio, prevista per il 2025. La seconda, a sorpresa, riguarda l’ingresso nel business dei data center, una mossa strategica per rispondere alla crescente domanda di energia per l’Intelligenza Artificiale e i servizi digitali. L’adozione di questa “strategia satellitare” rappresenta una novità rispetto ai concorrenti, con Eni pronta a sfruttare le sinergie tra i suoi asset esistenti, come il supercomputer HPC6 e la capacità di generazione elettrica alimentata a gas, per decarbonizzare la produzione di energia destinata ai data center.

Descalzi ha messo in rilievo i 14,3 miliardi di utile operativo proforma adjusted (-20%) e 13,6 miliardi di flusso di cassa, con una gestione che ha reso disponibile un avanzo di circa 5 miliardi. La capacità installata da fonti rinnovabili di Plenitude è aumentata del 37% a 4,1 gigawatt, mentre la produzione di energia elettrica è salita del 20% nel quarto trimestre. Soddisfazione, poi, per il traguardo del "minimo storico nel rapporto d’indebitamento, attestatosi su base proforma al 15%" grazie ai prossimi incassi dalle cessioni di quote di Enilive a Kkr (2,9 miliardi) e della seconda tranche di Plenitude a Eip (0,2 miliardi). Soddisfazione però non condivisa da Piazza Affari, dove ieri il titolo Eni ha chiuso in calo dell’1,40% a 14,07 euro.

Andrea Ropa