Roma, 23 maggio 2024 – “Dialogo, identità e unità” queste le parole d’ordine messe al centro per il quadriennio 2024-2028 da Emanuele Orsini, l’imprenditore emiliano designato lo scorso 4 aprile dal consiglio generale ed eletto oggi, in via dell’Astronomia, presidente di Confindustria. Il nuovo leader degli industriali ha ottenuto il 93% dei consensi, e con 789 voti favorevoli e 4 contrari è divenuto il trentaduesimo volto della massima rappresentanza delle imprese, con oltre 150mila aziende associate e un contributo al Pil pari al 34%.
Dialogo, identità e unità per l’economia
“Dialogo – ha spiegato il neo-presidente nel corso della conferenza stampa – perché abbiamo bisogno che Confindustria sia sempre più vicina” alle associazioni e alle organizzazioni territoriali. Poi la sfida enorme dell’identità, ovvero “Riuscire a far sentire parte del progetto anche l’ultimo associato entrato nell’associazione territoriale più piccola. Questo significa far diventare più grande Confindustria”. E infine, l’unità “che è un’esigenza dopo una campagna elettorale accesa”. Parole che risuonano nell’assemblea di via dell’Astronomia considerando che l’elezione di oggi, ottenuta con il 99,5% dei voti validi, sembra ricompattare l’organizzazione dopo un periodo piuttosto complicato e teso di campagna elettorale. “Sono molto contento – commenta non a caso Orsini – che il voto di oggi, con il 99,5% dei consensi, ha dimostrato che il nostro sistema è riuscito a ricompattarsi. Questo è fondamentale”.
Rilanciare l’economia
Ora è tempo di puntare sull’economia del Paese. “Cercheremo di fare proposte al Governo a costo zero, o proposte che vengano considerate un investimento – e prosegue – sappiamo che la legge di bilancio sarà complicata, ma si possono costruire percorsi virtuosi che possano dare una spinta all’economia”.
Industria al centro dell’Ue
Orsini guarda all’Europa. “Serve avere idee chiare per la politica industriale europea, una cultura non anti industriale. Ci auguriamo che la prossima Commissione europea metta al centro l’industria, la competitività e la crescita del paese”. I temi caldi? “Il packaging e lo stop al 2035 per auto benzina diesel; non siamo d’accordo dobbiamo salvaguardare il know how dei nostri paesi”, commenta Orsini durante la conferenza stampa.
“Parlare di Jobs Act è una pazzia”
Oggi in Italia, per il neo-presidente eletto parlare di Jobs Act sembra “una pazzia”. Serve piuttosto rilanciare un dialogo, appunto, con i sindacati. “Credo che sia miope non avere dialogo, il dialogo serve e deve essere costruttivo. Io, e credo mi venga riconosciuto, cerco di unire – e per farlo – “è necessario che anche i sindacati siano compatti”. Al centro di tutto dovrà infatti esserci il welfare.
Riduzione del cuneo fiscale “atto di responsabilità”
È un atto di responsabilità ridurre il cuneo fiscale per Orsini, che commenta “Quello di mantenerlo nelle nostre aziende – ha aggiunto – è tra le scelte che sosterremo. E’ una delle misure che aiuterà ad assumere i ragazzi nelle nostre imprese”.
Sostenere il nucleare
Per Orsini è fondamentale sostenere il nucleare in Italia, perché “è un interesse strategico: dire lavorare sul nucleare significa essere pronti nel 2031/2032”.
Uscire dal Superbonus
In tema Superbonus 110% il Presidente è d’accordo sulla chiusura, ma prima “facciamo finire i lavori alle imprese. Se alle imprese non le facciamo scontare il credito non è finita. Perché torna indietro il problema, quindi anche su questi temi noi vogliamo e dobbiamo sederci a un tavolo per costruire un percorso di via di uscita che sia insieme. Ma non in chiave conflittuale"
Il commento su Stellantis
Per il tema auto, invece, Orsini si augura che la promessa di un milione di auto prodotte in Italia sia mantenuta, e aggiunge “È necessario salvaguardare una filiera così importante per il nostro paese. Finanziare da parte del Governo auto che vengono da fuori Unione europea credo non sia corretto".
Il Ponte di Messina
Per Orsini qualsiasi tipo di nuova infrastruttura è positiva per il Paese, per questo è d’accordo con il Ponte, ma l’importante è “arrivare al Ponte". “Lavoriamo su quello che si può fare, come aumentare la velocità del trasporto. Il Mezzogiorno ha bisogno di potenziare le sue infrastrutture. Se dobbiamo sostenere il Sud che cresce dobbiamo anche sostenere i costi di chi investe”.