Il made in Tuscany ha fatto breccia anche in Elon Musk. Tutta colpa, si fa per dire, del suo soggiorno di tre anni fa nel resort pluristellato di Castiglion del Bosco che si affaccia sui vigneti del Brunello di Montalcino. In quei giorni di relax nella campagna senese il plurimiliardario aveva messo gli occhi su due castelli con relative tenute: quello di Montepò, nel comune di Scarlino, nel cuore della Maremma, e quello di Bibbiano, a due passi da Buonconvento, tra le colline ondulate delle Crete Senesi. Stando ad alcuni rumors l’ad di Tesla avrebbe addirittura pensato di regalarseli. Voci sempre più insistenti però smentite dai proprietari dei due gioielli immersi nella campagna toscana, a quanto pare sempre più ambita da vip, politici, uomini di affari e gente dello spettacolo.
Jacopo Biondi Santi, discendente della famiglia che di fatto ha inventato il Brunello, proprietario del castello di Montepò, ha negato qualsiasi contatto con Musk o comunque il suo entourage, ma la voce che vuole il patron della compagnia aerospaziale SpaceX innamorato del bellissimo maniero medievale in piena Maremma continua a circolare con insistenza. Una villa-fortilizio, tra l’altro, circondata da 600 ettari di terreno, di cui 50 con pregati vitigni.
E continua a circolare anche l’indiscrezione circa l’altro desiderio di Musk: acquistare il Castello di Bibbiano, di proprietà della famiglia Nardi, il cui capostipite, Silvio, nell’immediato dopoguerra aveva messo in piedi una ditta che costruiva e vendeva in tutto il mondo macchinari agricoli, tra cui l’aratro. Ma il loro Castello, invece, i Nardi non sarebbero intenzionati a venderlo. Nemmeno a colui che di recente si è portato a casa anche Network X, l’ex Twitter, una fetta consistente del mondo social. Il castello in questione, dichiarato monumento nazionale nel 1922, è impreziosito dalla bellissima Annunciazione di Pietro Lorenzetti, che ripagò l’ospitalità con quello che sarebbe stato il suo ultimo affresco. Se l’affare andasse in porto, dunque, l’amico e consulente di Trump si regalerebbe anche una preziosa opera d’arte.
Marco Brogi