Sabato 12 Aprile 2025
FRANCESCA CONTI
Economia

Elkann da Trump, mercato auto a rischio tra dazi e nuove regole emissioni

Il presidente di Stellantis incontra il tycoon alla Casa Bianca: sul tavolo anche i temi della competitività e gli standard ambientali meno rigidi rispetto all’Ue. Il gruppo gioca su due fronti tra Europa e Stati Uniti

Donald Trump e John Elkann

Donald Trump e John Elkann

Roma, 1 aprile 2025 –  È un momento cruciale per l’industria automobilistica globale quello in cui il presidente di Stellantis John Elkann ha incontrato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. Elkann ha preso parte al colloquio in rappresentanza di uno dei maggiori produttori automobilistici degli Stati Uniti, con circa 75.000 dipendenti nel Paese, un fatturato di 63,5 miliardi di euro e consegne pari a circa 1,4 milioni di veicoli l’anno. L’obiettivo è proseguire il dialogo con la nuova amministrazione su temi chiave come la competitività del sistema automotive nordamericano, la sostenibilità delle normative sulle emissioni e l’impatto delle nuove tariffe in arrivo.

Cambio di rotta sulle emissioni

Trump ha confermato l’intenzione di tornare a standard ambientali meno rigidi sulle emissioni, probabilmente quelli del 2020, riducendo i vincoli per le case automobilistiche. Una visione distante da quella dell’Unione europea, che ha recentemente rafforzato il proprio quadro normativo in materia di emissioni. Come sottolineato dallo stesso Elkann in una recente call con gli analisti, le regole europee sono “dure e contraddittorie” e rischiano di compromettere la competitività dei costruttori, soprattutto in un contesto globale in cui le regole divergono tra mercati. La proposta europea prevede infatti un’accelerazione nella riduzione delle emissioni di CO2 e sanzioni pesanti per chi non si adegua, a partire dal 2035.

L’allarme dazi

Oltre alla questione ambientale, il settore è in allerta per l’introduzione dei dazi del 25% su tutti i veicoli importati negli Stati Uniti, in vigore dal 3 aprile. Una misura che, secondo Bloomberg, ha spinto Stellantis, Ford e General Motors a un ultimo pressing sull’amministrazione per ottenere l’esclusione di alcuni componenti a basso costo. L’applicazione delle tariffe colpirà in particolare i produttori che operano su entrambe le sponde dell’Atlantico, come Stellantis, che oggi esporta dagli stabilimenti europei verso il mercato americano. Elkann avrebbe ribadito la necessità di maggiore chiarezza normativa, considerata fondamentale per pianificare investimenti, produzione e filiere. Quando un reporter gli ha domandato se il presidente di Stellantis gli aveva chiesto una pausa dei dazi, Trump ha negato, riferendo che il loro incontro ha riguardato la normativa ambientale e di voler ripristinare standard meno rigidi sulle emissioni delle auto.

Un sistema da riequilibrare

Il nuovo quadro protezionistico disegnato dagli Stati Uniti rischia di avere ricadute rilevanti sulla struttura produttiva globale dell’automotive. Secondo Bank of America, i dazi interesseranno 7,3 milioni di veicoli, l’8% delle vendite mondiali, con effetti potenzialmente devastanti sui margini dei costruttori. Le opzioni in campo sono due: aumentare i prezzi di listino, anche fino a 10.000 dollari per veicolo, oppure assorbire l’impatto dei dazi riducendo i margini operativi.

La strategia di Stellantis negli Usa

Stellantis ha già manifestato l’intenzione di rafforzare la propria presenza industriale negli Stati Uniti. Subito dopo l’elezione di Trump, il gruppo aveva annunciato importanti investimenti negli Usa, sostenendo la politica di rilancio della produzione nazionale. Elkann ha ricordato che già nelle prime 100 ore della nuova amministrazione sono stati formalizzati nuovi piani di investimento sul territorio americano. L’obiettivo è duplice: proteggersi dai dazi e intercettare i benefici fiscali e normativi promessi dal governo. Il colloquio Elkann-Trump non è il primo da quando il tycoon si è insediato alla Casa Bianca. Poco prima della cerimonia, il presidente di Stellantis aveva incontrato il repubblicano e diversi funzionari dell'amministrazione Usa.