Giovedì 20 Marzo 2025
CLAUDIA MARIN
Economia

Elkann in Parlamento: "Senza di noi, addio all’auto in Italia". Lega e M5S attaccano Stellantis

Il presidente del gruppo: l’Italia per noi è centrale. Ogni euro investito ne genera nove, il 2025 sarà duro. Polemica sull’ipotesi di riconversione degli stabilimenti per l’industria bellica. L’industriale: settori diversi.

John Elkann, presidente di Stellantis, davanti al Senato con tre. auto in ‘tricolore’

John Elkann, presidente di Stellantis, davanti al Senato con tre. auto in ‘tricolore’

L’Italia per Stellantis? "È centrale. Senza di noi addio all’auto". Il conto dare-avere tra Fiat e il Paese? "Non sia più un tema divisivo. Per ogni euro da noi investito, se ne generano nove". Il 2025 dell’auto? "Sarà difficile, ma manteniamo il piano di investimenti". La riconversione dell’auto nella difesa? "Non è plausibile". È un’audizione lungamente attesa e altrettanto lungamente preparata, ma alla fine è arrivata e il presidente e ad di Stellantis, John Elkann, al Senato, mette in fila una serie di elementi che dovrebbero rassicurare sul futuro dell’automotive nel nostro Paese. Anche se, al dunque, non mancano le reazioni critiche e dure, come nel caso di Carlo Calenda, dei Grillini o della Lega. Mentre la leader del Pd, Elly Schlein, coglie l’occasione per bocciare, anche lei, l’ipotesi della riconversione bellica dell’industria dell’auto.

L’"ORGOGLIO" DI ELKANN

Non c’è il clima dello scorso anno quando fu ascoltato l’ad Carlos Tavares, poi uscito di scena. E, del resto, l’audizione è stata a lungo studiata. "Ci siamo preparati con grande attenzione perché per noi l’Italia ricopre un ruolo centrale", spiega Elkann. Ma, prima di scendere nei dettagli del piano aggiornato, il numero uno del Gruppo ci tiene a togliersi un po’ di sassolini dalla scarpa: "Sono molto orgoglioso. Meno dell’1% delle aziende fondate all’inizio del Novecento sono ancora in vita. Molti parlavano nel 2004 della Fiat come un’azienda spacciata, fallita o da nazionalizzare. La mia famiglia si è assunta la responsabilità di difendere l’azienda e chi ci lavorava". Oggi Stellantis è fra i primi costruttori al mondo. Certo è, dunque, che per Elkann "senza di noi l’auto in Italia sarebbe scomparsa da tempo come l’informatica dopo l’Olivetti e la chimica dopo la Montedison". Ma non basta. Da uno studio ad hoc commissionato alla Luiss - avvisa il il presidente - si scopre che "in questi 20 anni l’azienda ha pagato 14 miliardi di imposte all’erario. Se si tiene conto anche del gettito legato all’Iva e alle imposte versate per conto dei dipendenti, questo valore sale a 32,2 miliardi". Secca la conclusione: "Il bilancio dare/avere tra il Paese e l’azienda non sia più divisivo".

IL PIANO AGGIORNATO

Certo il 2025 sarà ancora difficile, ma l’azienda va avanti sulla strada annunciata: dalla gigafactory di Termoli alla 500 Ibrida in arrivo a Mirafiori che punta a sbarcare sul mercato entro novembre, dalla Padina di Pomigliano all’alta gamma delle Maserati di Modena, ebbene, la strategia di investimenti viene confermata e ampliata. Elkann, però, pungola l’impegno dell’Europa e sottolinea che le case europee hanno un 40% di svantaggio rispetto alle cinesi ("che sono bravi e abbiamo molto da imparare da loro"). Di certo, sollecitato dalla leader del Pd, fa sapere non ritenere "che il futuro dell’industria dell’auto sia l’industria bellica" perché "i due settori sono importanti e possono convivere come dimostrano Usa e Cina". I sindacati, però, restano scettici e delusi. Vedono solo "annunci", tempi lunghi per i nuovi modelli e soprattutto mancanza di certezze per Maserati e per la gigafactory di Termoli. "Elkann si assuma in prima persona la responsabilità di amministratore delegato", incalza la Fiom.

LEGA E GRILLINI CONTRO

Il commento più duro è quello della Lega: "Le parole di Elkann sono l’ennesima, vergognosa presa in giro: il suo gruppo è cresciuto grazie ai soldi degli italiani, italiani che poi ha licenziato per investire e assumere all’estero. Restituisca i miliardi incassati dal nostro Paese". Critico anche il leader di Azione Calenda: "Manca un’assunzione di responsabilità". Per la vicepresidente del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino "è difficile credere a chi oggi produce più cassaintegrati che auto". La ministra del Lavoro, Marina Calderone, definisce, invece, quelle di Elkann "parole importanti", mentre il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso parla di "un piano investimenti che si sta concretizzando ogni giorno".