Roma, 14 febbraio 2025 – Riesplode il caro-bollette e il governo corre ai ripari. Il prezzo dell’elettricità è tornato a galoppare, tanto che a gennaio l’aumento, sullo stesso mese del 2024, è stato del 44 per cento. Imprese e famiglie fanno già i conti con salassi crescenti. L’opposizione si mobilita e incalza l’esecutivo all’insegna del "si svegli". E, non a caso, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, scende in campo ("l’attenzione del governo è massima") per annunciare a breve un provvedimento per contrastare l’impennata dei costi sul modello di quelli adottati negli anni precedenti durante il rialzo boom dell’inflazione e il boom dei listini di gas e elettricità per la guerra in Ucraina. Un avviso al quale il responsabile di Via XX Settembre fa seguire la preoccupazione per i dazi, mentre sulla rottamazione voluta dalla Lega spiega, senza troppa convinzione, che "si sta lavorando sulle coperture".
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Elettricità e gas di nuovo alle stelle
In Italia il prezzo dell’elettricità rimane legato, più che altrove, a quello del gas. Come sale il secondo, cresce il primo. Il risultato non è solo che a gennaio l’elettricità costa il 44 per cento in più del gennaio 2024, ma anche che il nostro Paese registra valori all’ingrosso superiori del 25 per cento rispetto a quelli della Germania, del 40 rispetto a quelli francesi, del 48 per cento rispetto a quelli spagnoli e addirittura del 226 per cento rispetto a quelli scandinavi. Nomisma Energia, a sua volta, stima una spesa in aumento del 28 per cento per le imprese, con un incremento del 31 per cento per una famiglia tipo, pari a 201 euro in più. Assoutenti indica un incremento delle tariffe del gas praticate in bolletta in media del 21,1 per cento, con una stangata di circa 309 euro in più rispetto al 2024. E sotto accusa finisce anche il passaggio dal mercato tutelato a quello libero.
L’allarme di imprese e opposizione
Da Confindustria e dalle altre associazioni di categoria si sono levati allarmi insistenti nelle ultime settimane. Aurelio Regina, delegato di Viale dell’Astronomia per l’energia, ha più volte ripetuto: "Il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso si è attestato sui 108,5 euro MWh in Italia, il 38% in più rispetto alla Germania, che mantiene la produzione a carbone/lignite e può sfruttare l’eolico del mare del Nord; il 72% in più della Spagna, dove sono stati installati impianti rinnovabili utility scale, anche con Power Purchase Agreement; l’87% in più rispetto alla Francia, forte della generazione da fissione nucleare, che esporta anche in Italia". Differenze e incrementi che potrebbero avere un impatto di oltre 10 miliardi sulla spesa di famiglie e industria italiana. Allo stesso modo anche dalle opposizioni è stato aperto questo fronte. Da Elly Schlein a Giuseppe Conte a Carlo Calenda è un corso di "il governo si svegli", con proposte che vanno dal congelamento delle tariffe al cosiddetto "disaccoppiamento" del prezzo dell’elettricità da quello del gas.
La mossa di giorgetti
"Nelle prossime settimane – spiega il ministro dell’Economia – un provvedimento con riferimento alle dinamiche dei prezzi dovrà essere assunto, e probabilmente credo che una onesta riflessione su cosa abbia significato il passaggio al libero mercato per quanto riguarda gli utenti del mercato domestico dell’elettricità debba essere fatta. Ricordo che anche questo era uno degli impegni che era stato assunto non certo da questo governo". Giorgetti, dunque, si muove e mette sulla rampa di lancio un decreto legge che potrà essere analogo a quelli del passato recente con crediti di imposta per le imprese energivore e bonus elettricità e gas per le famiglie fino a un certo livello di Isee. Ma il ministro mette sotto accusa anche il passaggio dal mercato tutelato a quello libero per milioni di famiglie, con una stoccata ai precedenti governi. Certo è che c’è "l’impegno del governo a utilizzare tutti gli spazi disponibili per il sostegno ai lavoratori". E a Matteo Renzi che lo incalza ("rischiamo di fare la fine del suo Southampton, la squadra per cui lei tifa, ultima in classifica"), ribatte che "la situazione del Southampton ricorda quella dell’Italia di qualche anno fa e dalla quale è uscita anche grazie a questo governo".
Il nodo rottamazione
La nuova grana delle bollette rischia di diventare un ostacolo sulla via della nuova rottamazione voluta dalla Lega e sulla quale anche ieri Matteo Salvini ha insistito. Tutti apparentemente d’accordo nella maggioranza sul via libera politico, ma quando si passa al piano operativo, le prospettive divergono Le risorse a disposizione, per Forza Italia, devono essere usate prioritariamente per la riduzione dell’aliquota al 33 per cento sui redditi del ceto medio. In più ci sarò da trovare le risorse per il caro energia, E, dunque, un rassegnato Giorgetti avvisa: "Lavoro sempre sulle coperture, di ogni tipo, perché purtroppo il lavoro del Mef è su tutte le coperture".