Roma, 17 gennaio 2024 – Saranno 373 gli esuberi negli stabilimenti italiani della Electrolux, e anche se saranno “uscite morbide” non possono nascondere la preoccupazione dei sindacati per il futuro della produzione in Italia.
L’annuncio degli esuberi
“Electrolux ha dato la disponibilità a escludere i licenziamenti coatti e a gestire le eccedenze attraverso accordi di uscite incentivate e subordinate al criterio della non opposizione individuale, quelle che comunemente sono definite uscite volontarie”. Lo scrivono, in una nota congiunta, Fim, Fiom e Uilm, al termine del vertice con l'Electrolux che ha annunciato 373 esuberi negli stabilimenti italiani. La multinazionale svedese degli elettrodomestici occupa circa 5.000 persone in Italia.
Gli esuberi fra gli operai
A Porcia (Pordenone) e a Forlì, dove è in corso il contratto di solidarietà, gli esuberi fra gli operai rispettivamente di 95 e di 70 lavoratori; la maggior parte delle eccedenze deriva dal calo dei volumi, mentre circa una decina dal nuovo piano di riorganizzazione. Per quanto riguarda gli altri stabilimenti, fra gli operai a Solaro in Brianza sono stati annunciati 5 esuberi, a Cerreto (Reggio Emilia) 13 e a Susegana (Treviso) 17. Quindi in Italia fra gli operai contiamo 199 esuberi.
Gli esuberi fra gli impiegati
Fra gli impiegati, invece, abbiamo 5 esuberi a Cerreto, 5 Solaro, 30 Susegana, 73 Porcia, 38 Forlì, 13 Pordenone, 10 sales localizzati prevalentemente in provincia di Milano. Quindi in italia fra gli impiegati contiamo 174 esuberi.
Le richieste dei sindacati
"Tuttavia, come sindacato abbiamo avanzato richieste per cui attendiamo risposte – hanno aggiunto – quali il ritiro della dichiarazione di esuberi nello stabilimento di Solaro in quanto contraddittoria rispetto alle intese pregresse; l'eliminazione della obbligatorietà dell'uscita per chi può agganciare la pensione; l'introduzione del part time volontario e della ricollocazione interna come strumenti alternativi di gestione degli esuberi; l'impegno a incrementare il novero delle postazioni per i lavoratori con ridotte capacità lavorative; l'introduzione dell'outplacement a supporto di chi sceglierà di uscire; la revisione in meglio degli incentivi vigenti con una voce aggiuntiva per chi opta per l'uscita in tempi brevi; il confronto mensile con i delegati di stabilimento su tutti gli aspetti applicativi dell'accordo a partire dalle dinamiche produttive e occupazionali”.
"Confidiamo che le questioni da noi poste possano ricevere risposta positiva già al prossimo incontro del 5 febbraio”, conclude il comunicato. I sindacati sottolineano la necessità di “aprire un tavolo del settore degli elettrodomestici con il Governo”.