Giovedì 21 Novembre 2024
RITA BARTOLOMEI
Economia

Effetto Houthi sull’economia, l’esperto: “Le merci a rischio e il pericolo speculazione”. I costi della rotta alternativa

Tesla ha appena annunciato la sospensione della produzione per due settimane nello stabilimento di Berlino per mancanza di pezzi di ricambio. “Pochi estremisti islamici stanno mettendo in crisi l’economia globale”

Effetto Houthi sull'economia: i numeri

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Roma, 12 gennaio 2024 - Ma quanto pesa sulla nostra economia la minaccia Houti nel Mar Rosso? Mentre Tesla ha appena annunciato la sospensione della produzione a Berlino per due settimane (mancano pezzi di ricambio), Francesco d’Arrigo, direttore dell’Istituto italiano di studi strategici Nicolò Machiavelli, provoca: “Pochi estremisti islamici stanno mettendo in crisi l’economia globale. Perché il mare è da considerare un Global Common, un bene comune che sicuramente racchiude le minacce ibride di questo secolo”. In altre parole: “Per contare sui tavoli geopolitici bisogna avere le portaerei. Su questo l’Italia è un fanalino di coda. Perché appena parli di difesa si alzano le solite polemiche”.

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Direttore, Confimprenditori ha appena ricordato: attraverso lo Stretto di Suez fino a qualche settimana fa passava il 40% del commercio marittimo italiano.

“Quella è la rotta del petrolio e del gas, intanto. Soprattutto da lì arrivano gli idrocarburi”.

E le petroliere hanno già cominciato a cambiare aria.

“Inevitabile. Nessuno vuole rischiare di attraversare il Mar Rosso, ora”.

Se perdura questa situazione davvero complicata, quale sarà quindi la rotta alternativa?

“C’è una sola possibilità, circumnavigare l’Africa, rientrare dallo Stretto di Gibilterra”.

Di quanto si allunga il percorso?

“Almeno del 30%. Per arrivare in Europa, in media, una nave percorre 8mila miglia. Con la rotta di Gibilterra, invece, si arriva a 12mila miglia”.

Conseguenze?

“Possiamo facilmente prevedere che aumenteranno i rischi, i costi di trasporto e diminuirà invece la disponibilità delle navi e quindi delle merci. Perché se i tempi si allungano, naturalmente servono molte più mezzi per trasportare la stessa quantità di cose”.

Rischiamo un bis dei tempi Covid?

“Quello no. Ma potremmo vivere una potenziale crisi per alcune materie prime. Che, ripeto, arriveranno in ritardo, costeranno di più e saranno in quantità minori. Poi dobbiamo mettere in conto anche costi assicurativi più alti, perché le stesse imprese chiederanno la circumnavigazione dell’Africa per evitare rischi”.

Se dovesse fare un elenco delle merci ’nel mirino’?

“Intanto gli idrocarburi, poi materie prime rare come zinco e litio, o ancora i prodotti del mercato informatico”.

La sorprende che la Tesla abbia sospeso la produzione per un paio di settimane a Berlino pr mancanza di pezzi di ricambio?

“No, per nulla. Anche perché Tesla è in crisi. E questa situazione potrebbe essere congeniale a limitare la produzione”.