Giovedì 24 Ottobre 2024
ANTONIO PETRUCCI
Economia

Economia sommersa, un giro d’affari da 182 miliardi di euro

I lavoratori irregolari sono circa 3 milioni. Ecco quali sono i settori maggiormente interessati

Economia sommersa: un giro d'affari da 182 miliardi di euro

Economia sommersa: un giro d'affari da 182 miliardi di euro

Roma, 21 ottobre 2024 – Danno lavoro a circa 3 milioni di persone, ma non rientrano nel Pil: sono le attività che fanno parte dell’economia non osservata, attività cioè completamente illecite o comunque non regolate da contratti, fiscalità e contributi. Nel 2022, l’economia non osservata ha creato “valore” per oltre 200 miliardi di euro, in aumento di 17,6 miliardi, con una crescita del 9,6% rispetto al 2021.

Oltre 20 miliardi di euro il giro di affari illegali

L’economia sommersa (ovvero al netto delle attività illegali) si attesta a poco meno di 182 miliardi di euro, in crescita di 16,3 miliardi rispetto all’anno precedente, mentre le attività illegali sfiorano i 20 miliardi. Le unità di lavoro irregolari sono 2 milioni 986mila, stabile rispetto al 2021. Nel 2022 il valore aggiunto generato dall’economia non osservata, ovvero dalla somma di economia sommersa e attività illegali, si è attestato a 201,6 miliardi di euro, segnando una crescita del 9,6% rispetto all’anno precedente (quando era 184,0 miliardi).

L’incidenza dell’economia non osservata sul Pil, cresciuto a prezzi correnti dell’8,4% rispetto al 2021, si è mantenuta sostanzialmente stabile, portandosi al 10,1%, dal 10,0% del 2021 (0,7 punti percentuali al di sotto del 10,8% osservato nel 2019, anno precedente la pandemia). La crescita dell’economia non osservata è stata trainata dall’andamento del valore aggiunto generato dalla sotto-dichiarazione, che ha segnato un aumento di 10,4 miliardi di euro (+11,5%) rispetto al 2021. Più contenuto l’incremento del valore aggiunto connesso all’impiego di lavoro irregolare (+3,7 miliardi di euro, pari a +5,6% rispetto al 2021) e dalle attività illegali (+1,2 miliardi di euro, con un incremento del 6,7%).  

I settori maggiormente interessati

Si è mantenuto pressoché stabile l’impatto dell’economia illegale (9,8% nel 2022 rispetto al 10,1% del 2021) sul totale dell’economia non osservata. Nel complesso, i settori dove il peso del sommerso economico è maggiore sono gli Altri servizi alle persone, dove costituisce il 30,5% del valore aggiunto del comparto, il Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (18,5%) e le Costruzioni (17,5%). Si osserva invece un’incidenza minore per gli Altri servizi alle imprese (5,3%), la Produzione di beni d’investimento (3,7%) e la Produzione di beni intermedi (1,4%).

La stabilità dell’incidenza del sommerso sul complesso del valore aggiunto (10,1% sia nel 2022 sia nel 2021) è il risultato di dinamiche settoriali eterogenee. Infatti, mentre si riscontra una riduzione del peso del sommerso per Agricoltura (-1,0 punti percentuali), Costruzioni (-0,8), Produzione di beni alimentari e di consumo (-0,6) e Altri servizi alla persona (-0,5), si osserva di converso un suo incremento per il comparto dell’Istruzione, sanità e assistenza sociale (+0,5 punti percentuali) e per i Servizi professionali (+0,2). Il contributo del valore aggiunto sotto-dichiarato all’attività produttiva ha un ruolo significativo per il Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (11,2% del totale del valore aggiunto del settore), gli Altri servizi alle persone ed i Servizi professionali (11,1% in entrambi i comparti). Il fenomeno risulta invece meno rilevante per Istruzione, sanità e assistenza sociale (3,3%), Produzione di beni di investimento (2,6%) e Produzione di beni intermedi (0,5%). Il valore aggiunto generato dall’impiego di lavoro irregolare presenta una maggiore incidenza negli Altri servizi alle persone (18,9% del valore aggiunto totale), anche per l’inclusione del lavoro domestico. Al contrario, il fenomeno risulta limitato nei comparti dell’Industria (con un impatto compreso tra lo 0,9% e il 2,7%) e negli Altri servizi alle imprese (1,5%). In Agricoltura, infine, il valore aggiunto sommerso, connesso alla sola componente di lavoro irregolare, è pari al 15,3% del totale del comparto.