Sabato 23 Novembre 2024
GIULIA PROSPERETTI
Economia

Due milioni di famiglie in povertà. ASviS: Italia lontana dall’Agenda 2030

Rapporto sullo sviluppo sostenibile: poche le energie rinnovabili, 42% di perdite dai sistemi idrici .

Due milioni di famiglie in povertà. ASviS: Italia lontana dall’Agenda 2030

Due milioni di famiglie in povertà. ASviS: Italia lontana dall’Agenda 2030

Frena il percorso dell’Italia verso l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Giunta a metà strada l’Italia mostra forti ritardi e rischia di non rispettare gli impegni assunti nel 2015 in sede Onu. Rispetto al 2010, se per otto dei 17 Obiettivi (SDGs) si registrano contenuti miglioramenti, per sei la situazione è peggiorata e per tre è stabile. Questa la fotografia scattata dal Rapporto 2023 dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Ma (forse) non tutto è perduto. Nonostante il tempo a disposizione sia molto limitato, i ritardi accumulati – è il messaggio lanciato dai presidenti dell’ASviS Pierluigi Stefanini e Marcella Mallen – potrebbero essere in parte recuperati se si attuano con urgenza e incisività una serie di interventi e di riforme, come peraltro l’Italia si è impegnata a fare nel corso del Summit Onu del 18-19 settembre.

Alla presentazione del Rapporto, ieri a Roma, sono intervenuti, tra gli altri, il direttore scientifico dell’Alleanza, Enrico Giovannini, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il giudice della Corte costituzionale, Giulio Prosperetti e Agnese Pini, direttrice di QN, il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno e Luce!.

Il Rapporto rileva che, tra il 2015 al 2021, la quota di famiglie in condizione di povertà assoluta è salita dal 6,1% al 7,5%: quasi 2 milioni di famiglie, con 1,4 milioni di minori. Nel nostro Paese continua ad allargarsi la disuguaglianza tra ricchi e poveri; la spesa pubblica per sanità e istruzione è nettamente inferiore a quella media europea; l’abbandono scolastico è pari all’11,5% e la disoccupazione giovanile è al 23,7%; inoltre, 1,7 milioni di giovani non studiano e non lavorano. Non va meglio sul fronte ambientale: l’Italia registra il 42% di perdite dai sistemi idrici; solo il 21,7% delle aree terrestri e solo l’11,2% di quelle marine sono protette; lo stato ecologico delle acque superficiali è ‘buono’ o ‘superiore’ solo per il 43% dei fiumi e dei laghi; il degrado del suolo interessa il 17% del territorio nazionale; l’80,4% la quota degli stock ittici è sovrasfruttato; le energie rinnovabili rappresentano solo il 19,2% del totale, quota che non consente di intraprendere il processo di netta riduzione delle emissioni su cui il Paese si è impegnato a livello Ue. La situazione relativa alla dimensione economica mostra segnali di instabilità: l’Italia presenta ancora alcuni segnali di crescita debole; l’occupazione cresce, ma resta forte la componente di lavoro irregolare (3 milioni di unità). Passi avanti sono stati compiuti per l’economia circolare (il consumo materiale pro-capite si è ridotto del 33% in dieci anni) ed è cresciuto il tasso di innovazione (+21% tra il 2010 e il 2018), ma molte imprese mostrano resistenze a investire nella trasformazione digitale ed ecologica.

La finanza sta muovendosi, sottolinea l’Aleanza, nella direzione della sostenibilità, accompagnando il mutamento delle preferenze dei risparmiatori. "I rischi derivanti dal cambiamento climatico, dalla perdita di biodiversità, dal deterioramento delle condizioni sociali e dalla qualità della gestione delle imprese influiscono sulla crescita effettiva e potenziale dell’economia – ha affermato Visco – Rischi che possono condizionare la capacità delle banche centrali di conseguire gli obiettivi istituzionali di stabilità dei prezzi e di stabilità finanziaria".

Un’inversione di tendenza volta ad evitare il rischio di un ridimensionamento dell’Agenda 2030, spiega Giovannini, passa in primo luogo dall’attuazione della nuova Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, approvata dal governo un mese fa.