Mercoledì 31 Luglio 2024

Draghi: "Meno slancio e ripresa da geopolitica e lentezza riforme. Sì a misure non convenzionali". Ma da Berlino nuovo stop

A Vilnius per l'imminente ingresso della Lituania nella zona euro, il presidente della Bce ribadisce gli annunciati schemi di intervento

Il presidente della Bce, Mario Draghi (REUTERS / INTS KALNINS)

Il presidente della Bce, Mario Draghi (REUTERS / INTS KALNINS)

Roma, 25 settembre 2014 - La ripresa nell'eurozona "sembra aver perso slancio di recente" e "ci sono rischi evidenti in vista: le tensioni geopolitiche potrebbero indebolire la fiducia delle imprese e dei consumatori" e "riforme strutturali insufficienti potrebbero pesare sul contesto economico". Lo ha affermato il presidente della Bce, Mario  Draghi, a Vilnius, a 100 giorni dall'ingresso della Lituania nell'eurozona, fatto che "dimostra l'attrattiva della zona euro" e che concorrerà alla piena intergrazione dell'area baltica nella moneta unica.

IL NEMICO INFLAZIONE - Nella capitale lituana Draghi ha battuto i soliti tasti e ribadito che il Consiglio direttivo della Bce resta "unanimemente determinato" ad adottare "ulteriori misure non convenzionali" per fronteggiare i rischi posti da un periodo troppo lungo di bassa inflazione.  Anche se è la disoccupazione la vera malattia dell'Unione in questo momento. Nonché il principale fattore, assieme alla capacità produttiva inutilizzata, delle sottovalutazioni compiute da Eurotower nelle stime dell'istituto. 

LO STOP DI BERLINO - Ma il ministro delle finanze della Germania ha chiaramente espresso diffidenza verso il piano di acquisti di prestiti bancari cartolarizzati (Abs) da parte della Bce. "Non ne sono particolarmente felice", ha affermato Wolfgang Schaeuble durante una audizione al Bundestag, specialmente perché potrebbe generare conflitti di interessi tra le attività della istituzione, che da novembre assumerà anche il ruolo di autorità di vigilanza centrale sulle banche europee. Secondo Schaeuble bisogna agire "con prudenza" anche "per evitare conflitti di interesse o parvenze di conflitti di interesse" tra politica monetaria e vigilanza, che devono essere "rigorosamente separate" alla Bce.