Il fondo americano Kkr rilancia sulla rete di Tim, presentando un’offerta vincolante per Netco e una nuova offerta non vincolante per Sparkle. A ufficializzare la presentazione dell’offerta è stata la stessa Tim, che ieri è crollata in Borsa (-6,24%) sull’onda dell’incertezza in cui è avvolto il destino di Sparkle. "Non appena completata l’analisi, l’offerta vincolante verrà portata senza indugio all’esame del consiglio di amministrazione", precisa il gruppo nella nota con cui ha accusato ricezione dell’offerta di Kkr per la società della rete, che scadrà l’8 novembre.
Il progetto di riassetto ha portato però a separare l’offerta in due: per fare un’offerta vincolante anche sulla società internazionale dei cavi, il fondo ha chiesto a Tim più tempo, fino al 20 dicembre. Nessuna informazione è stata divulgata in merito al valore economico delle due offerte, ma il fondo Usa e il ministero dell’Economia si sono confrontati fino alla tarda sera di domenica per mettere a punto la proposta, attesa dal gruppo telefonico che aveva fissato proprio per il 15 ottobre il termine per la presentazione. La cifra complessiva di 21 miliardi riconosciuta come valore del perimetro di Netco — la nuova società a cui Tim conferirà la rete primaria, la secondaria e Sparkle — sarebbe stata migliorata leggermente, con l’ulteriore previsione di possibili aggiustamenti del prezzo e anche l’earn out, il pagamento aggiuntivo, di 2 miliardi previsto in caso di integrazione della rete di Tim con Open Fiber è stato confermato, in base alle indiscrezioni.
Dopo lo scatto in apertura a +2,5%, il titolo Tim è arrivato così a cedere oltre il 6% a Piazza Affari. A impattare sarebbero i tempi lunghi per la chiusura del dossier e in particolare l’eventuale proroga al 20 dicembre. A pesare, secondo gli analisti, sarebbero state anche le esternazioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in merito alla complessità del dossier. Giorgetti ha sostenuto che "il tema Tim è complesso e la decisione spetterà all’azienda, ma noi non ci tiriamo indietro", aggiungendo che se l’offerta di Kkr non sarà accettata da Tim "si penserà a qualcosa di diverso".
Moody’s accoglie però con favore l’operazione: "L’offerta vincolante di Kkr per Netco rappresenta un passo significativo verso il completamento della separazione della rete che potrebbe portare a una significativa riduzione del debito netto, anche se l’offerta deve ancora essere approvata dal consiglio di amministrazione di Tim".
Restano molto scettici, invece, i sindacati: "Quanto ancora si può tollerare la trattativa privata tra i francesi di Vivendi e il Mef? Di che cosa stanno parlando? Forse degli esuberi che potrebbero crearsi nella società di servizi?", s’interroga Riccardo Saccone, segretario nazionale Slc-Cgil. Sapendo che le scelte in corso "avranno contraccolpi occupazionali inevitabili", Slc-Cgil chiede con forza di essere coinvolto "in questa delicatissima fase" e "in caso contrario – preannuncia il sindacato – valuteremo le necessarie iniziative da intraprendere con Fistel-Cisl e Uilcom-Uil".