Roma, 25 novembre 2024 – Con il tasso di occupazione femminile in Italia tra i più bassi d’Europa (56,5% nella fascia 20-64 anni vs 70,2% della media UE - dati Eurostat), le donne devono riflettere precocemente sulla propria autonomia in ottica pensionistica e di sostegno alla longevità.
La vita media attesa per le donne in Italia è di 85,2 anni. Tuttavia, con un reddito da pensione medio lordo di circa 1.500 euro – inferiore da dati INPS del 35% rispetto a quello degli uomini – e con le donne che rappresentano solo il 38% degli iscritti a forme di previdenza complementare, si apre per il genere femminile una grande sfida di sostenibilità tra vita attiva e pensionistica, considerando inoltre l’aumento delle donne nella fascia 55-64 anni che hanno scelto di non lavorare per motivi familiari – il 34,7% in più nel 2023 rispetto al 2018.
“Le donne scontano ancora oggi l’impatto di disuguaglianze nella retribuzione, negli orari di lavoro, nel tempo fuori dal mercato per maternità e per esigenze di cura e di assistenza. Considerando, inoltre, che queste differenze di genere aumentano con l’età, è indispensabile per le donne occuparsi della propria longevità il prima possibile, attraverso una pianificazione che tenga conto dei 3 capitali in gioco: quello finanziario, quello fisico e quello delle competenze, insieme alle diverse necessità che possono sopraggiungere col tempo – spiega Alessandra Giordano, direttore Employability e Career Development di INTOO (Gi Group Holding) - Significa comprendere come mantenersi occupabili nel tempo, valutare i tempi, le modalità di accesso e l'importo della pensione, capire come ottenere un possibile reddito extra, come proteggersi da imprevisti e come proseguire a lavorare, anche a tempo parziale o con una transizione graduale. È poi essenziale tenere conto di due aspetti: il primo è comprendere come potrebbe evolvere il proprio ruolo, anche attraverso trasformazioni delle organizzazioni e innovazione tecnologica; il secondo consiste nel tenere a mente l’odierna sensibilità generale per l’inclusione e la diversità, che può portare alle donne diverse opportunità anche in campi e ambienti che in passato le avevano perlopiù escluse”.
Sebbene la necessità di pianificare la propria longevità riguardi tutti i generi e tutte le età, INTOO, la società di Gi Group Holding leader in Italia nel settore dell’employability, sviluppo e transizione di carriera, propone una serie di consigli pratici per le donne over 50 - le più esposte a rischi di longevità - suddivisi in tre scenari: cambio di lavoro, ricollocazione professionale, costruzione della longevità per mirare a una vita lavorativa e pensionistica sostenibile.
Consigli per cambiare lavoro
- Sii consapevole – come prima cosa, per definire quale strategia attuare, serve consapevolezza sulla propria situazione previdenziale. il primo passo è scaricare dal sito inps l’estratto previdenziale e poi valutare la tipologia di cassa dove verrebbero versati eventuali nuovi contributi (se diversi dal precedente) per vagliare eventuali ricongiunzioni, cumuli gratuiti e totalizzazioni. da valutare anche possibili consulenze previdenziali per avere un quadro il più completo possibile.
- Allena il tuo network – Tutti hanno un network formale e informale di contatti per raccogliere informazioni utili su posizioni aperte. Anzi, tutti ne posseggono almeno tre: quello personale, quello professionale e quello formativo. Occorre mappare e analizzare con accuratezza i propri network per capire da quali contatti iniziare, preferibilmente da quelli con cui si è più in confidenza. Non bisogna dare per scontati i gruppi mamme e/o i “fornitori” personali come il parrucchiere, l’estetista o in generale tutti coloro che si incontrano quotidianamente.
- Sfrutta la tecnologia – Usa la tecnologia per ottenere informazioni e curare la tua comunicazione. per esempio, chatgpt può essere utilizzato per interpretare al meglio le posizioni su linkedin e personalizzare i messaggi di contatto.
- Ascolta i tuoi bisogni e le tue aspettative per identificare la soluzione più opportuna in termini di worklife balance, consapevole che i bisogni cambiano nel corso della vita, soprattutto dopo i 50 anni. considera che grazie alla flessibilità del post pandemia può essere più facile trovare la giusta soluzione.
- Sii disponibile al confronto professionale con persone di generazioni più giovani: è importante saper valorizzare la propria esperienza sia professionale che personale per poter diventare un eventuale punto di riferimento e mentore per colleghi più giovani o i nuovi ingressi. valuta, inoltre, cosa puoi imparare dalle generazioni più giovani, soprattutto in ambito digitale.
Consigli per ricollocarsi/ritrovare lavoro
- Abbi chiara la situazione previdenziale – Fondamentale sia per definire anche in questo caso una strategia d’azione, sia per valutare – anche con l’aiuto di un esperto - l’impatto di un’eventuale contribuzione figurativa (contribuzione Naspi) e/o di periodi non coperti da contribuzione (buchi contributivi) al fine di non rimandare l’eventuale data di pensione anticipata.
- Attiva il tuo network formale e informale per allargare la tua rete di contatti e per ricercare informazioni utili. E’ consigliabile iniziare da quelli con cui ci si sente più in confidenza, facendo attenzione a gestite bene la comunicazione rispetto alle motivazioni della condizione di inattività momentanea. È importante parlare di condizione di passaggio, mostrando così di aver compreso il contesto, spesso legato a riorganizzazioni, delocalizzazioni, riduzioni dell’organico. Non devono trasparire emozioni negative, ma voglia di fare e di rimettersi in gioco.
- Adotta una mentalità aperta e flessibile rispetto a ruoli/settori e soluzioni contrattuali diverse da quanto già sperimentato o da quanto idealmente desiderato, che si tratti di lavoro dipendente, autonomo in partita IVA o di collaborazione/consulenza, ponendo particolare attenzione anche ai bandi e alle iniziative specifiche del territorio per l’occupazione femminile. Il punto fondamentale è rientrare velocemente nel mercato del lavoro e ridurre al minimo i periodi non coperti da contribuzione.
- Considera tutti i soggetti del mercato del lavoro – in primo luogo intermediari come le Agenzie per Lavoro, ma anche associazioni di categoria locali, sindacati, centri per l’impiego, avvocati, società di consulenza. I canali sono molteplici e occorre conoscerli e riconoscerli. Consultare inoltre tutti i punti di contatto con i medesimi, dalle pagine social ai siti internet.
- Costruisci un cv funzionale per valorizzare le tue competenze, tecniche e trasversali, in funzione del ruolo per cui ti proponi. Abbandona la tendenza a vederti solo con l’ultimo ruolo ricoperto, ma riorganizza le informazioni in base alla tua storia professionale e personale. Per esempio, le attività di caregiving portano a sviluppare competenze spendibili anche nel mercato del lavoro, come la flessibilità, l’empatia o il pensiero creativo.
- Scegli parole chiave facilmente riconoscibili e attuali per valorizzare la tua expertise all’interno degli strumenti di comunicazione, in particolare sul profilo Linkedin. Assicurati che emergano competenze trasversali come coordinamento, autonomia, gestione dei processi e lavoro di squadra.
- Sii pronta a un capo giovane – L’apertura al confronto intergenerazionale è cruciale all’interno di organizzazioni odierne dove ruoli gestionali possono essere agiti anche da persone anagraficamente giovani.
Consigli per costruire la propria longevità professionale
- Situazione previdenziale in primo piano – Essendo ormai in maggioranza nel sistema di calcolo contributivo, il consiglio è di valutare il prima possibile un’eventuale previdenza complementare come sostegno al reddito post-pensionamento. Anzi, oltre ad aprire la propria posizione, è possibile farlo con largo anticipo temporale anche per i propri figli o nipoti.
- Acquisisci consapevolezza dell’evoluzione del tuo ruolo all’interno della tua organizzazione e del tuo settore, lavorando sulla valorizzazione delle competenze agite e possedute; sii proattiva nel ricercare e frequentare corsi su competenze tecniche e trasversali per affrontare le trasformazioni del ruolo.
- Mantieniti aggiornata sui cambiamenti aziendali e sulle evoluzioni del settore di appartenenza, monitorando siti specialistici di settore e partecipando a eventi e a convegni anche interaziendali.
- Valorizza le competenze trasversali acquisite in eventuali esperienze di caregiving – La resilienza, per esempio, come capacità di affrontare situazioni stressanti attivando le proprie risorse personali e professionali al fine di ricostruire/mantenere il proprio equilibrio.
- Monitora il tuo livello di committment – Verifica periodicamente l’allineamento della tua prestazione lavorativa alle aspettative aziendali e valuta un piano d’azione congruo ai tuoi obiettivi di longevità professionale e personale.
- Lavora sul personal branding in azienda – Cura la tua immagine professionale e coltiva il network informale aziendale, che potrebbe includere anche persone già in pensione, potenziali fonti informative utili per raccogliere punti di vista interessanti sul mercato del lavoro.
- Tieni d’occhio la tua salute fisica e mentale in accordo con l’evoluzione dell’età; per esempio, è fondamentale conoscere bene e avvalersi di tutti i pacchetti esistenti e disponibili dai fondi di categoria a quelli aziendali, essendo ormai largamente presenti i pacchetti prevenzione donna.
“Investire sulla propria employability è la chiave per la longevità professionale. Valorizzare e aggiornare costantemente le competenze, consapevoli delle evoluzioni dei ruoli e delle organizzazioni, con l'aiuto del networking, è cruciale per sostenere le fasi finali della vita lavorativa e pianificare serenamente la terza età, specialmente per le lavoratrici che affrontano disuguaglianze di genere. Ce lo conferma la nostra esperienza quotidiana negli interventi a supporto della ricollocazione e della valorizzazione della maternità – conclude Alessandra Giordano – La permanenza delle donne nel mercato del lavoro e la garanzia della loro longevità professionale sono sfide che vanno perseguite in sinergia tra le singole persone, le organizzazioni e le Istituzioni per raggiungere un mondo del lavoro può equo, sostenibile e inclusivo, che consenta la completa emancipazione delle diverse categorie.”