Roma, 29 novembre 2024 – Nelle case di ognuno di noi sono presenti faldoni e raccolte di documenti che restano li per anni, con il desiderio comune che sarebbe quello di prendere tutta quella carta e buttarla. Per quanto liberatoria, questa pratica potrebbe comportare problemi in futuro in quando ci sono dei documenti che devono essere conservati per un certo periodo di tempo dai cittadini, così da avere sempre una prova a proprio vantaggio in caso di insorgenza di problemi futuri. Ma quanto tempo devono essere conservati i documenti? La risposta è: dipende dal tipo di fascicolo, visto che ogni specifica tipologia risponde a regole differenti. Volendo provare a fare un elenco riassuntivo, possiamo dire che devono essere conservati per:
- 26 mesi gli scontrini;
- 3 anni il bollo auto;
- 5 anni la dichiarazione dei redditi, le bollette, le multe, le imposte sulla casa e sui rifiuti, le buste paga, l’affitto e spese condominiali (con alcune eccezioni);
- 10 anni i mutui e i finanziamenti, le sentenze, gli estratti di conto corrente e carta di credito;
- 15 anni le ristrutturazioni e i bonus;
- 20 anni i certificati di prestazione energetica, i documenti per usucapione;
- da 1 a 10 anni le polizze e i documenti assicurativi;
- da 3 a 10 anni le parcelle e le cambiali;
- sempre i titoli di studio, i contributi previdenziali autonomi e liberi professionisti, i rogiti, i documenti di proprietà e i referti medici.
Dichiarazione dei redditi
Tra i documenti che devono essere conservati per 5 anni ci sono la dichiarazione dei redditi, le bollette e le multe. Nel primo caso è importante la conservazione perché il Fisco, in maniera molto posticipata (fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello della presentazione della dichiarazione), può effettuare dei controlli ed è dunque bene avere sempre a disposizione tutte le carte per poter dimostrare di aver invece compiuto le cose nel modo giusto o comunque poter fornire uno strumento di verifica.
Bollette
Discorso analogo può essere fatto per le bollette di luce, gas e telefono. Fino a 5 anni dalla loro scadenza devono essere conservate, anche se si sottolinea che in caso di luce e gas la prescrizione dei controlli scade dopo 2 anni se la fatturazione è stata effettuata con grande ritardo dal fornitore.
Multe
Per ciò che riguarda le multe, resta il termine di conservazione dei documenti di 5 anni. Tale termine interessa le infrazioni al Codice della strada accertate da polizia stradale o carabinieri, mentre nel caso delle infrazioni rilevate dal Comune attraverso i vigili urbani la scadenza è di 2 anni dall’iscrizione a ruolo della multa stessa.
Gli scontrini
Quando si acquista un bene e si riceve uno scontrino dal fornitore è bene conservarlo per 26 mesi, così da poter sfruttare la garanzia legale. In presenza di situazioni che prevedono l’estensione della garanzia è consigliabile conservare la ricevuta anche per tutta la durata del periodo aggiuntivo.
Le spese condominiali
Un particolare focus meritano le spese condominiali, così come quelli relativi all’affitto e alle tasse sui rifiuti. Benché, come detto in precedenza, il termine di conservazione dei fascicoli sia di 5 anni, sono previste delle eccezioni. Più nel dettaglio:
- nel caso delle spese condominiali, le ricevute delle spese ordinarie vanno in prescrizione dopo 5 anni, mentre quelle straordinarie dopo 10 anni;
- per l’affitto il proprietario dell’immobile può chiedere i documenti relativi al canone di locazione entro 5 anni dalla conclusione;
- per la tassa sui rifiuti, i controlli Tari possono arrivare fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello del pagamento.