Martedì 28 Gennaio 2025
ANTONIO PETRUCCI
Economia

Aumentano le disuguaglianze economiche: servono 230 anni per cancellare la povertà dal mondo

Il report annuale di Oxfam pubblicato al World Economic Forum: i 5 uomini più ricchi hanno raddoppiato la loro fortuna in pochi anni

Roma, 27 gennaio 2025 – Il dato più eclatante del report annuale di Oxfam, riguarda il tempo previsto per cancellare dal mondo la povertà: 230 anni. È questo il tempo necessario, al ritmo odierno, in un contesto in cui aumentano sempre di più le disuguaglianze economiche nel mondo, dove i miliardari diventano ancora più ricchi, e milioni di persone col proprio salario non riescono a coprire l’inflazione.

Jeff Bezos è tra gli uomini più ricchi del mondo
Jeff Bezos è tra gli uomini più ricchi del mondo

Il report annuale di Oxfam

“Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi”. E’ questo il titolo dell’ultimo report annuale di Oxfam, pubblicato in occasione del meeting del World Economic Forum, tenutosi a Davos nelle scorse settimane. Le gravi crisi internazionali recenti hanno aumentato per miliardi di persone fragilità e problemi economici, mentre una manciata di super-ricchi ha visto moltiplicare le proprie fortune, in un decennio che gli addetti ai lavori hanno definito “di grandi divari”. Stando al report, oggi i miliardari globali sono, in termini reali, più ricchi di 3.300 miliardi di dollari rispetto al 2020 e il valore dei loro patrimoni è cresciuto tre volte più velocemente del tasso di inflazione. Dall’inizio della pandemia i 5 uomini più ricchi al mondo hanno più che raddoppiato le proprie fortune, a un ritmo di 14 milioni di dollari all’ora, mentre la ricchezza aggregata di quasi 5 miliardi delle persone più povere non ha mostrato barlumi di crescita. Ai ritmi attuali, nel giro di un decennio potremmo avere il primo trilionario della storia dell’umanità, ma ci vorranno oltre due secoli (230 anni) per porre fine alla povertà. Tra le 10 società più grandi al mondo, il cui valore in borsa supera il prodotto interno lordo combinato di tutti i Paesi dell’Africa e dell’America Latina, 7 hanno un miliardario come amministratore delegato o azionista di riferimento. Il 2023 è destinato ad essere ricordato come l’anno più redditizio di sempre per le grandi corporation. Complessivamente, 148 tra le più grandi aziende al mondo hanno realizzato profitti per circa 1.800 miliardi di dollari tra giugno 2022 e giugno 2023 con un aumento del 52,5% degli utili rispetto alla media del quadriennio 2018-21. Per ogni 100 dollari di profitti generati da 96 tra i maggiori colossi globali, 82 dollari sono confluiti ai ricchi azionisti sotto forma di dividendi o riacquisti delle azioni proprie.

Crolla il potere d’acquisto dei lavoratori

L’analisi di Oxfam sui dati della World Benchmarking Alliance relativi a 1.600 tra le più grandi aziende del mondo, rivela come solo lo 0,4% di esse si sia pubblicamente impegnato a corrispondere ai propri lavoratori un salario dignitoso. Per quasi 800 milioni di lavoratori occupati in 52 Paesi, i salari non hanno tenuto il passo dell’inflazione. Il relativo monte salari ha visto un calo in termini reali di 1.500 miliardi di dollari nel biennio 2021-2022, una perdita equivalente a quasi uno stipendio mensile (25 giorni) per ciascun lavoratore.

Le accuse mosse da Oxfam

Le principali accuse mosse da Oxfam, riguardano il potere che le grandi imprese utilizzano per aumentare ulteriormente le disuguaglianze, comprimendo i costi del lavoro, tenendo bassi i salari, eludendo gli obblighi fiscali con una pianificazione fiscale aggressiva e il ricorso a paradisi fiscali, beneficiando della privatizzazione di alcuni servizi pubblici, alimentando la crisi climatica con la ricerca di profitti attraverso l’uso di combustibili fossili. Oxfam nel report ha sottolineato come i governi dovrebbero impegnarsi a ridurre le disparità economiche spezzando i regimi monopolistici, tutelando la concorrenza, tassando di più i profitti societari e incentivando modelli d’impresa più sostenibili, in grado di coniugare redditività e solidarietà.