Domenica 13 Aprile 2025
MADDALENA DE FRANCHIS
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Economia

Diritti di proprietà intellettuale e IA. Gli editori europei lanciano l’allarme

Lettera dell’Enpa per sensibilizzare i nuovi membri della Commissione Ue. "Contenuti sfruttati senza consenso"

Il regista giapponese Hayao Miyazaki, in un’intervista del 2016, aveva definito l’IA «un insulto alla vita stessa»

Il regista giapponese Hayao Miyazaki, in un’intervista del 2016, aveva definito l’IA «un insulto alla vita stessa»

Mentre i social sono letteralmente inondati da milioni di immagini realizzate nello stile dello Studio Ghibli, lo studio giapponese autore di capolavori dell’animazione, pare di risentire le parole del suo leggendario fondatore, Hayao Miyazaki. In un’intervista del 2016, il regista aveva definito l’intelligenza artificiale (IA) "un insulto alla vita stessa". A suscitare perplessità su un uso quanto meno disinvolto della proprietà intellettuale da parte di OpenAI è ora l’ultimo generatore di immagini rilasciato da ChatGpt. Ma la "mente" di OpenAI, Sam Altman, ha già dovuto affrontare cause legali per l’uso di materiale sorgente senza autorizzazione, tra cui una vertenza mossa dal New York Times e altre di artisti, musicisti ed editori. Ora anche l’Enpa-Associazione europea degli editori di giornali ritiene sia giunto il momento di far sentire la propria voce.

In collaborazione con altre importanti associazioni del settore – tra cui la Fieg e la News Media Europe, che rappresentano decine di migliaia di giornalisti e pubblicazioni in tutta Europa – l’Enpa ha pubblicato una lettera aperta per sensibilizzare i nuovi membri della Commissione europea sui temi dell’intelligenza artificiale e sui diritti di proprietà intellettuale degli editori. I contenuti veicolati dalla stampa vengono infatti sfruttati in modo iniquo, senza consenso ed equo compenso per autori ed editori.

L’obiettivo dell’azione congiunta è sostenere una regolamentazione rigorosa dell’intelligenza artificiale e della proprietà intellettuale. "Creatività umana e cultura sono gli abilitatori dell’innovazione, inclusa l’intelligenza artificiale – è l’incipit della lettera – L’innovazione, tuttavia, non può avvenire a spese della creatività umana e della cultura. Quando i sistemi di IA sfruttano i contenuti creativi e culturali online, inclusi quelli editoriali, per alimentare i propri servizi, traggono indebitamente profitto dal lavoro umano. Quando l’intelligenza artificiale generativa usa materiali giornalistici ed editoriali essenzialmente per produrre, senza autorizzazione o remunerazione, contenuti parassitari simili a quelli della stampa – a costi minimi e senza supervisione editoriale – tutti perdono".

Il documento segnala anche il preoccupante incremento della disinformazione online: un’ondata di fake news alimentata proprio dall’AI, tramite la generazione di contenuti realistici ma fuorvianti, che si diffondono rapidamente, in maniera ‘virale’, prima ancora di poter essere verificati. "Le attuali leggi nazionali e dell’Ue mancano di solide protezioni – prosegue la lettera - in grado di assicurare che creatori e cittadini traggano beneficio dagli sviluppi dell’IA, con la necessaria considerazione per la trasparenza, la responsabilità e la dovuta remunerazione per i titolari dei diritti. L’intelligenza artificiale può essere una forza positiva solo se ne vengono contrastati i rischi specifici. Esortiamo la nuova Commissione europea ad agire ora per sostenere la prosperità e la sostenibilità dei media, della cultura e dell’informazione europei e così la salute democratica delle nostre società".