Giovedì 30 Gennaio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Dipendenza energetica, l’Italia resta al top

In Europa la riduzione della dipendenza energetica è centrale per poter affrontare i temi della competitività e della crescita. In...

Marco Gilli, presidente Fondazione Compagnia di San Paolo

Marco Gilli, presidente Fondazione Compagnia di San Paolo

In Europa la riduzione della dipendenza energetica è centrale per poter affrontare i temi della competitività e della crescita. In Italia, grazie allo sviluppo delle fonti rinnovabili, si registra un calo della dipendenza, pur restando con una percentuale sopra la media europea. A scattare la fotografia è il Rapporto realizzato da Srm-Intesa Sanpaolo e Politecnico di Torino, da cui emerge come l’Europa sia, tra le grandi economie, l’area con il maggior grado di dipendenza energetica. Il 58,3% del fabbisogno energetico, infatti, dipende dalle importazioni, mentre il dato scende al 20% per la Cina ed è pari a zero per gli Stati Uniti, che sono totalmente autosufficienti nella produzione.

All’interno del panorama europeo l’Italia è il Paese con il maggior grado di dipendenza energetica pari al 74,8%, ben sopra la media europea. Un dato che però ha "registrato un calo di circa tre punti percentuali rispetto al 2019", spiega Massimo Deandreis, direttore generale del centro studi Srm. Una riduzione prevalentemente dovuta all’aumento della produzione da fonti rinnovabili. Il tema della sicurezza energetica e quello della transizione sono "temi centrali per i nostri territori", evidenzia Marco Gilli, presidente di Fondazione Compagnia di San Paolo.

In Italia, intanto, il prezzo dell’energia sale ancora e supera i 150 euro a megawattora. Nella settimana dal 20 al 26 gennaio, il Gestore dei mercati energetici (Gme) ha registrato un prezzo medio dell’energia elettrica pari a 153,97 euro a Mwh, in rialzo del 4,4% rispetto ai sette giorni precedenti. Per contenere gli alti costi dell’energia arriva tre emendamenti identici al dl emergenze e Pnrr presentati da FI, FdI e Lega, redatti sulla falsariga di quanto proposto da Confindustria nel corso della recente audizione sul provvedimento alla Camera. La norma stabilisce dunque che il Gse partecipi alla piattaforma di mercato per la negoziazione di lungo termine di energia da fonti rinnovabili.

L’obiettivo è quello di offrire una quota fino al 100% dell’energia, e le relative garanzie di origine, alle imprese sia residenti che non residenti in Italia, purché con stabile organizzazione nel territorio nazionale. L’offerta avviene attraverso procedure competitive con un prezzo minimo basato sul costo della produzione di energia e sui prezzi dei Ppa (Power purchase agreement) registrati a livello europeo.

Red. Eco.