Martedì 12 Novembre 2024
Giuseppe Tassi
Economia

Dieselgate e auto etica

LO CHIAMANO ‘dieselgate’. Lo scandalo delle emissioni truccate non farà saltare un presidente degli Stati Uniti, ma è già costato la testa al numero uno di Volkswagen, Martin Winterkorn e ora l’ombra del sospetto si allarga a macchia d’olio su altri costruttori tedeschi e non. Un articolo-denuncia della Bild ha chiamato in causa un modello di Bmw (la X3D) che supererebbe di 11 volte i limiti di ossido di azoto consentiti per i motori Euro6. La risposta della casa bavarese («i nostri test sono conformi ai requisiti di ogni Paese») è stata perentoria. Ma non ha impedito che il titolo in Borsa crollasse del 10%. Si sa che le quotazioni sono spesso il riflesso emotivo della sensibilità popolare. Con lo scandalo ‘dieselgate’ i consumatori vedono vacillare miti industriali consolidati e il mandato di fiducia concesso ai costruttori tedeschi subisce un contraccolpo pesantissimo.

La ‘bolla dei gas truccati’ non decreterà certo la fine dell’auto, ma un settore trainante e vitale per il rilancio dell’economia torna pesantemente in crisi. Le differenti soglie di tolleranza nelle emissioni di ossido di azoto hanno già scavato un solco tra Europa e America (dove i limiti sono molto più stringenti) ma Volskwagen ha ammesso che il software per ridurre le emissioni è stato montato anche in Europa. E verifiche sono in corso in Italia su quei diesel 2.0 montati su tanti modelli Volkswagen e Audi. A questo punto neppure il richiamo sistematico delle auto incriminate potrebbe sgonfiare lo scandalo.

MA DAL ‘dieselgate’ può nascere una rivoluzione vera nel rapporto tra costruttori e clienti, un nuovo corso nel segno della trasparenza. È assurdo che l’auto di oggi, sempre più prodotto globale, sia soggetta a regole e controlli differenti da Paese a Paese. Serve una normativa universale, serve un ente di controllo unico che garantisca valori certi in materia di consumi, emissioni e inquinamento. Se Volskwagen è solo la vistosa punta dell’iceberg, come sostiene qualcuno, approfittiamo dell’occasione per fare tabula rasa. Per ridare all’auto etica, onestà e parte del prestigio perduto e ai consumatori la massima garanzia sui prodotti che acquistano.