Roma, 4 febbraio 2025 – L’Italia si prepara ad affrontare un inverno lievemente più freddo rispetto ai due anni precedenti. Infatti, se nel 2024 la domanda nazionale del gas si è mantenuta ai livelli del 2023, per il 2025 è probabile una leggera ripresa della domanda finale, anche superiore alla media globale che si stima aggirarsi intorno al 2%. Secondo i dati di Nomisma Energia nel 2025 le famiglie pagheranno circa il 10% in più all’anno rispetto al 2024, registrando un aumento di 216 euro nella bolletta. Per le imprese l’incremento è del 15%, condizionato dalla variazione del costo della materia prima. Ma l’aumento di domanda non impatterà negativamente sulla bolletta; stando alle stime attuali, il picco del prezzo è stato già raggiunto. Significa che per le famiglie l’aumento in bolletta non supererà il 10%.
I fattori esogeni che impattano sulle bollette in Italia
L’Italia sconta una delle cifre più alte in bolletta se paragonata agli altri Stati europei. E l’aumento o la flessione del prezzo dipende in gran parte da fattori esogeni, primo tra tutti il clima. Poi, il calo del consumo di gas in Germania, l’aumento della produzione di elettricità francese (grazie all’energia nucleare) e la flessione di domanda di gnl verso la Cina spingono a ribasso il prezzo dell’energia in Europa e, inoltre, aiutano a contenere possibili rialzi. La Germania è tra i primissimi paesi per consumo di energia in Europa, ma oggi versa in una condizione di carenza di offerta. La disponibilità di gas in Germania è in calo per via dello stop del gas russo. Insomma, la Germania è a corto di gas; il conflitto in l’Ucraina correlato alla fase di addio alle centrali a carbone hanno portato la Germania - in recessione - a frenare il consumo di gas. Inoltre, la bassa ventosità e l'elevata nuvolosità incidono fortemente sulla disponibilità di generazione da fonti rinnovabili e quindi, di elettricità. La Germania confida sull’eolico nel Mare del Nord, tuttavia nell’ultimo periodo si è verificata un’assenza di vento e la presenza di nuvole e oggi ci si aspetta dei prezzi di elettricità elevati. A mitigare i prezzi sono le 56 centrali nucleari francesi - di cui attive 52 - che esportano molta elettricità verso la Germania e compensano così la carenza di gas.
Nel 2024 la domanda gas in Italia ai livelli del 2023
In Italia nel 2024 la domanda nazionale del gas si è mantenuta ai livelli del 2023 - secondo i dati preliminari a circa 62 miliardi di metri cubi, +0,5% rispetto al 2023 - per via delle condizioni meteoclimatiche “lievemente più rigide rispetto all’anno precedente e al superamento delle azioni volontarie e amministrative di contenimento della domanda gas che hanno impattato la prima parte del 2023”, spiega Xavier Rousseau, Director Strategy di Snam. Mentre per il termoelettrico si sono registrati elevati picchi di consumo giornaliero, ma un contributo complessivo inferiore dovuto all’alto livello di import, principalmente nucleare dalla Francia, e di idroelettrico, legato alle forti precipitazioni che hanno caratterizzato il 2024. Per il settore industriale, “nonostante una situazione di debolezza registrata dall’indice di produzione industriale, i consumi di gas si sono mantenuti pressoché costanti rispetto all’anno precedente” sottolinea Rousseau.
Nel 2025 l’Italia punta alla capacità di rigassificazione del 2021
L’Italia punta a diventare hub energetico in Europa e gode di un sistema di stoccaggio molto grande rispetto agli altri paesi europei. Nonostante la grande capacità di stoccaggio del paese, il prezzo resta condizionato da quello che accade fuori dall’Italia. Secondo Rousseau, il gnl nel 2023 è arrivato a coprire un quarto degli approvvigionamenti nazionali di gas e nel 2024 si è confermato, stabilmente, come seconda fonte di import, dopo il gas delle pipeline da Sud. Con l’entrata in esercizio del rigassificatore di Ravenna - la BW Singapore -, prevista per la primavera, “la capacità di rigassificazione del Paese salirà dagli attuali 23 miliardi di metri cubi all’anno a 28 miliardi di metri cubi - continua Rousseau - valore pressoché corrispondente al gas importato attraverso Tarvisio nel 2021”, quindi prima dello scoppio del conflitto russo-ucraino.