Berlino, 24 marzo 2023 - Nel venerdì nero delle banche europee sprofonda Deutsche Bank: la maggiore banca tedesca, una delle più grandi d'Europa, è arrivata a perdere fino al 15% (chiusura -6,75%) dopo che il prezzo del cosiddetto credit default swap a cinque anni, il costo del derivato che agisce come un'assicurazione sull'insolvenza del debito, è aumentato dai 134 punti base di mercoledì agli oltre 200 di oggi, il massimo dall'inizio del 2019 (dati di Refinitiv). Il rischio di default è considerato maggiore e gli investitori vendono.
- Borse pesanti con il crollo dei bancari
- Cosa succede: le paure di contagio
- L'aumento dei tassi
- Le rassicurazioni
I tassi, i cicli economici e i dilemmi per i banchieri centrali
Borse pesanti con il crollo dei bancari
Non solo Deutsche. L'indice delle banche Euro Stoxx 600, che contiene i maggiori istituti di credito della regione, è sceso del 4,6% a metà mattinata, prima di limare leggermente le perdite. La tedesca Commerzbank è arrivata a cedere il 9%, la francese Société Générale l'8% e la finlandese Nordea il 9,8%. A Piazza Affari ribassi anche oltre il 6% (alla chiusura Banco Bpm -4,14%, Bper -4,04% e Unicredit -4,06%). Milano maglia nera d'Europa, chiude con un perdita superiore al 2% (Parigi -1,74%, Francoforte -1,66%, Londra -1,26%, Madrid -1,98% e Amsterdam -1,58%) mentre Wall Street, dopo una partenza in ribasso, chiude in rialzo. Il Dow Jones guadagna lo 0,41% a 32.238,15 punti, il Nasdaq avanza dello 0,31% a 11.823,96 punti mentre lo S&P 500 cresce dello 0,57% a 3.971,18 punti.
Cosa succede: le paure di contagio
A minare la fiducia del mercato la decisione di due banche - Deutsche Pfandbriefbank e Aareal Bank - di non rimborsare le obbligazioni AT1 con Deutsche Bank che ha reagito riscattando in anticipo 1,5 miliardi di dollari di bond subordinati Tier 2 con scadenza 2028. Secondo il Sole24ore avrebbero condizionato i traders anche "le performance negative registrate ieri a Wall Street dagli istituti di credito Usa e in primis da Zions Bancorporation (-8,8%), Comerica (-8,58%), Keycorp (-6,4%) e First Republic Bank (-6%), tutte sospettate di essere in gravi difficoltà".
Continua l'incertezza dunque dopo il fallimento di Silicon Valley Bank e delle altre americane, e l'acquisizione frettolosa di Credit Suiss da parte della sua rivale UBS (i due istituti svizzeri sarebbero peraltro nel mirino di inchieste della Giustizia Usa per presunti finanziamenti agli oligarchi russi colpiti dalle sanzioni). Le rassicurazioni delle autorità di regolamentazione bancaria sui contraccolpi dell'aumento dei tassi di interesse hanno solo contenuto le preoccupazioni. "C'è ancora una domanda assillante tra i partecipanti al mercato sul fatto che le turbolenze nel settore bancario siano finite o se ci sarà un contagio più ampio", ha detto al Financial Times Mobeen Tahir, direttore della ricerca macroeconomica e delle soluzioni tattiche presso WisdomTree Europe. "Ora è anche evidente dalle banche centrali che le turbolenze non metteranno un freno alle loro azioni di politica monetaria - questo sta mandando nervosismo nei mercati perché potrebbe esacerbare o esporre nuove vulnerabilità nel settore bancario".
L'aumento dei tassi
Mercoledì la Federal Reserve ha proceduto con un aumento del tasso di interesse di 0,25 punti percentuali e giovedì anche la Banca d'Inghilterra ha aumentato il suo tasso di riferimento di 0,25 punti percentuali. Giovedì la Banca nazionale svizzera ha alzato i tassi di interesse di 0,5 punti percentuali, nonostante sia stato uno dei principali teatri del panico bancario dovuto al crollo del Credit Suisse e alla sua acquisizione forzata da parte della rivale UBS. La BCE la scorsa settimana ha alzato i tassi di 0,5 punti percentuali.
Le rassicurazioni
Su Deutsche Bank il cancelliere tedesco Olaf Scholz getta acqua sul fuoco: "E' una banca molto redditizia, non c'è motivo di preoccuparsi", ha spiegato al termine dell'Eurosummit. Più in generale "il sistema bancario dell'Ue è robusto e sicuro" e possiede "le strutture di controllo necessarie". Concetto ripreso dalla presidente della Bce Christine Lagarde che ha rilanciato l'esigenza di un'unione bancaria in Europa. "Il settore della zona euro è resiliente perché ha posizioni solide in termini di capitale e liquidità", ha detto la numero uno dell'Eurotower, assicurando che la Banca Centrale Europea dispone di tutti gli "strumenti" per "fornire liquidità al sistema finanziario dell'area euro, in caso di necessità". Allineata Giorgia Meloni: "Non c'è particolare preoccupazione per un sistema i cui fondamentali sono solidi - ha ribadito la premier uscendo dal Consiglio europeo -. Sicuramente bisogna fare un lavoro sulla governance ma non perché negli ultimi giorni pensiamo si possa modificare il quadro".