Roma, 11 aprile 2023 – Il primo tassello potrebbe essere messo già con la prossima legge di Bilancio. Ma i margini di manovra sono stretti, nonostante la crescita dell’economia rivista al rialzo e un piccolo ritocco all’insù del deficit. Il Def (Documento di economia e finanze) 2023, licenziato oggi dal Cdm, non lascia molto spazio all’ottimismo. Anche se la dote da 3 miliardi di euro che il governo ha ricavato dall’aggiornamento delle previsioni sull’andamento dell’economia andrà per il taglio del cuneo fiscale dei lavoratori con redditi medio-bassi. Ma ecco, in concreto, le novità a partire dal primo gennaio del 2024.
Le nuove aliquote Irpef
Rimandato a fine legislatura il progetto della flat tax, cavallo di battaglia elettorale del centrodestra, a partire dal gennaio prossimi ci sarà la riduzione da 4 a 3 delle attuali aliquote Irpef. Ed è probabile che alla fine si sceglierà per il taglio meno oneroso per le casse dello stato, con l'accorpamento delle aliquote centrali al 27% per i redditi fra 15mila e 50mila euro, mantenendo quella del 23% per i redditi fino a 15 mila euro e confermando quella al 43% per la fascia di reddito più alta. I vantaggi, in questo caso, ci sarebbero solo per chi guadagna oltre 35mila euro. La seconda prevede l'estensione della fascia del 23%, da 15 a 28 mila euro, per poi salire al 33% per i redditi fino a 50 mila euro e mantenere l'aliquota del 43% per quelli superiori. In questo caso il taglio delle imposdte riguarderebbe tutte le fasce di reddito ma il costo per le casse dello Stato sarebbe di circa 10 miliardi.
Meno tasse sulle imprese
Fra le misure che potrebbero partire già dal 2024 anche la riduzione dal 24 al 15% dell’Ires, anche se per la parte di reddito destinata a nuovi investimenti o assunzioni. Allo studio anche uno stop graduale dell’Irap. Mentre dal primo gennaio entrerà in vigore la global minum tax, l'imposta globale per le multinazionali con aliquota al 15%.
Il paniere anti-inflazione
Nella delega sulla riforma fiscale affidata al governo c’è anche un capitolo dedicato a frenare la corsa dei prezzi, soprattutto quelli di prima necessità, fino all’azzeramento dell’Iva per prodotti come pane, pasta o latte. Dovrebbe esserci, infatti, una forte semplificazione dell’imposta che grava sui consumi. Nel provvedimento si parla di razionalizzazione del sistema delle aliquote da allineare a criteri Ue, con l’obiettivo di rendere omogenee le aliquote oggi applicate a beni e servizi similari a rilevanza sociale.
Il taglio delle detrazioni
Per trovare le risorse necessarie per la riforma il governo prevede un taglio delle detrazioni e delle deduzioni fiscali. Una giungla con oltre 620 voci che costano allo Stato ogni anno circa 150-160 miliardi di euro. L’obiettivo è di arrivare a una sorta di forfetizzazione degli sconti fiscali che terranno conto, però, del reddito familiare e delle spese sostenute per la cura dei figli. Gli sconti si ridurranno all’aumentare del reddito fino ad azzerarsi attorno al 120mila euro. Non saranno toccate le detrazioni per la casa, la sanità e la scuola.