Roma, 25 agosto 2023 – Sono passate alcune settimane dall’emanazione del decreto legge “contro” il caro-voli, ad opera del Ministro Urso (FDI), tra le polemiche delle compagnie aeree che hanno minacciato prima di ricorrere in sede Europea, e poi di abbandonare il Paese. Un blocco o controllo dei prezzi rappresenterebbe un unicum nella storia recente italiana, un metodo applicato in contesti di oligopoli o monopoli naturali (ad esempio nel campo dell’energia vi è la presenza di Authority apposite che vigilano sui prezzi) o in settori particolarmente impattati dal contributo pubblico, come la sanità.
Cosa prevede il decreto
Il decreto voluto dal Ministro Urso punta a limitare i prezzi nelle tratte dalla penisola verso le isole, nei momenti di forte domanda, applicando un tetto che considera il prezzo medio della stessa tratta. Sul tema del caro-voli, il Ministro Urso ha recentemente annunciato l’apertura di un tavolo tra le parti, mentre si attende l’esito parlamentare del decreto. Le compagnie aeree e gli operatori sostengono che la proposta di Urso non porterebbe ad ottenere prezzi inferiori ma rischierebbe di ridurre i già pochi collegamenti con le isole, in quanto il prezzo bloccato potrebbe non essere sostenibile.
Perché sono aumentati i prezzi?
Le compagnie aeree si trovano di fronte ad un problema di reperimento del personale, sia in conseguenza dello stop dei voli durante il Covid-19, sia per effetto delle misure di politiche sociali messe in atto durante lo stesso periodo, oltre all’impatto della crisi in Ucraina e ai due anni di riduzione delle vendite. Contestualmente, l’intero settore ha vissuto un forte incremento di domanda nel 2023, per effetto delle riaperture delle tratte, a fronte, però, di un’offerta di voli ancora limitata.
L’esperto: il tetto ai prezzi danneggerebbe il Paese
“Mettere un prezzo massimo a un servizio va contro i principi di concorrenza – spiega Andrea Giuricin, docente universitario ed economista dei trasporti a Quotidiano Nazionale – Un conto è applicare un prezzo massimo a chi è residente nelle isole, questo viene già fatto e contemplato negli oneri di pubblico servizio, ad esempio per i voli da Linate e Fiumicino verso la Sardegna, un conto è limitare chiunque viaggi con un prezzo massimo”. La possibilità che il provvedimento venga affossato dalle normative europee è molto concreta, ma nel frattempo potrebbero essere i consumatori a pagare il prezzo più alto: “Legalmente non credo si potrà fare, il rischio è che le compagnie vengano incentivate ad alzare il prezzo medio per recuperare i costi sostenuti, ad esempio applicando tariffe molto più alte sui last-minute” - spiega Giuricin. Una possibilità per abbassare i prezzi potrebbe essere quella – secondo Giuricin – di ridurre l’addizionale comunale per l’imbarco dei passeggeri: “In alcune città è 9 euro. Se consideriamo che il prezzo delle low-cost è circa 40 euro, significa che questa addizionale pesa per oltre il 25%. Ridurre questa tassazione andrebbe nella giusta direzione. Inoltre è importante aumentare la competitività del settore aereo anche aumentando la concorrenza. Se alcuni operatori se ne vanno dall’Italia, l’intero sistema turistico diventerebbe meno attrattivo”.