Roma, 2 maggio 2023 – Una sorta di indennità per la mancata stabilizzazione del contratto a tempo indeterminato. Lo prevede l’ultima bozza in circolazione del decreto lavoro approvato ieri dal Consiglio dei ministri.
Nel testo del documento si legge che ai dipendenti con cat (contratto a termine) viene "corrisposto un importo una tantum a titolo di welfare di 500 euro, se al termine della durata il contratto non è trasformato a tempo indeterminato”. La ‘buonuscita’ spetterà solo ai contratti firmati successivamente all’entrata in vigore del decreto. Sono esclusi dalla misura gli stagionali.
In caso in cui il contratto non superi i due anni, l’importo sarà “ridotto”.
Il decreto lavoro stabilisce che i contratti a termine potranno avere durata superiore ai 12 mesi ma non eccedente i 24 mesi. Meno vincoli sulle causali che potranno essere variate per i contratti che superano i 12 mesi, anche in caso di proroghe e rinnovi, su cui dovrà decidere nel dettaglio la contrattazione collettiva. Questo per “consentire un uso più flessibile di tale tipologia contrattuale, mantenendo comunque fermo il rispetto della direttiva europea sulla prevenzione degli abusi”, sostiene il governo.
Alle accuse di precarizzazione che arrivano dai sindacati proprio relativamente a questo ultimo punto, la ministra del Lavoro Marina Calderone risponde così: “Se guardiamo realisticamente ai numeri in questo momento sui contratti a termine questo è un problema confinato al 2,5% dei contratti a termine visto che più del 97 % durano meno di 12 mesi perché ddl dignità prevede che causali solo da 12 a 24 mesi. Oggi dunque si firma di fatto un contratto senza causali ".