Roma, 5 dicembre 2024 – Il decreto fiscale è legge. È arrivato infatti il via libera finale dalla Camera, con 151 voti a favore, 111 contrari e 4 astenuti.
Il decreto, arricchito al Senato da numerosi interventi, si configura ormai come un provvedimento omnibus. Tra le novità principali spiccano i fondi stanziati per il programma Rfi e il servizio civile universale, il rifinanziamento dell’Ape Sociale per il 2024 e un contributo di 4 milioni di euro destinato a Roma in vista del Giubileo. È stato previsto il rinvio a gennaio della seconda rata di acconto delle imposte dirette per le partite IVA con redditi fino a 170mila euro, con possibile rateizzazione. Inoltre è stato deciso l’aumento del tetto massimo dei fondi per i partiti derivanti dal 2xmille, che arriva a sfiorare i 30 milioni di euro.
Rinvio delle tasse per le partite Iva
Il decreto fiscale introduce il rinvio al 16 gennaio 2025 del termine per il versamento della seconda rata di acconto delle imposte dirette per i titolari di partita IVA con ricavi o compensi fino a 170mila euro. I contribuenti potranno scegliere se pagare in un’unica soluzione o suddividere l’importo in cinque rate mensili fino a maggio 2025. Restano esclusi dalla proroga i contributi previdenziali e i premi assicurativi dovuti all’Inail.
Concordato e riduzione dell’Irpef
Prorogati al 12 dicembre anche i termini per aderire al concordato preventivo biennale, lo strumento che permette di concordare il pagamento delle imposte su base proposta dall’Agenzia delle Entrate. Con le risorse recuperate, il governo mira a finanziare la riduzione dell’aliquota Irpef del secondo scaglione dal 35 al 33 per cento. Sono esclusi dalla misura i contribuenti in regime forfetario.
Stanziamenti per infrastrutture e Regioni
Previsti 50 milioni di euro per Open Fiber, come anticipo rispetto ai fondi per la banda ultra-larga già stanziati per il periodo 2027-2029. Per le Regioni, il decreto consente di utilizzare fino al 2025 le risorse emergenziali Covid 2020-2021 per ridurre le liste d’attesa. Inoltre, 3,7 milioni sono stati destinati all’emergenza granchio blu in Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Nel passaggio al Senato sono arrivati anche 343 milioni di euro "per rafforzare la dotazione patrimoniale" della neocostituita Autostrade dello Stato, società interamente controllata dal Mef.
Riequilibrio del payback sanitario
Una misura significativa riguarda la revisione del payback sanitario farmaceutico, con una redistribuzione degli oneri tra le Regioni. Questo riequilibrio, in parte a sfavore della Lombardia, punta a bilanciare le spese sanitarie in un contesto di sostenibilità economica e territoriale. L'emendamento ridisegna il meccanismo e prevede che nella definizione delle quote spettanti alle Regioni da parte delle aziende come contributo allo sforamento del tetto di spesa farmaceutica, l'Aifa tenga conto non più del solo criterio "pro-capite", ossia del numero di abitati, ma anche dei "rispettivi superamenti dei tetti di spesa", redistribuendo gli importi.
Aumento dei fondi per i partiti
Il tetto dei fondi destinati ai partiti attraverso il meccanismo del 2xmille è stato innalzato di 3 milioni di euro, portando il totale a circa 28 milioni di euro per il 2024. Inizialmente, era stata proposta una modifica più ampia che avrebbe aumentato il tetto a 42,3 milioni, includendo anche le quote non espresse dai contribuenti, ma tale emendamento è stato bloccato dal presidente della Repubblica Mattarella, per questioni di coerenza normativa e impatto sulle finanze pubbliche.
Bonus Natale e canone Rai
Il dl fisco ha ampliato la platea dei beneficiari del ‘bonus Natale’, che ora include anche le famiglie monogenitoriali. Il bonus arriverà insieme alle tredicesime dei lavoratori dipendenti con almeno un figlio a carico, anche single appunto, con redditi fino a 28mila euro. Il governo stima di raggiungere 4,5 milioni di persone. La misura riguardava originariamente 1,1 milioni di genitori-lavoratori, eliminando il requisito del coniuge a carico (previsto nella formulazione originaria della scorsa estate). Sul fronte del servizio pubblico il canone Rai resta fissato a 90 euro dopo che un emendamento per ridurlo a 70 euro proposto dalla Lega, è stato respinto. La misura conferma quanto previsto nella nuova legge di Bilancio.
Le prime reazioni della politica
Il decreto fiscale accende il dibattito tra le forze politiche. Marco Grimaldi (Avs) critica il provvedimento definendolo "la resa dello Stato agli evasori”, lamentando l'assenza di misure per giovani, enti locali e terzo settore e accusa il governo Meloni di favorire i più ricchi. Dall'opposizione anche Mauro Del Barba (Iv) boccia il decreto, definendolo "il nulla cosmico" e denunciando la riapertura del concordato preventivo come un espediente per ottenere risorse a scapito delle generazioni future. In contrasto Francesco Rubano (FI) che difende il testo. A suo parere il Dl contiene misure a sostegno di famiglie e imprese, come il rifinanziamento dell’Ape Sociale e l’estensione del bonus natalizio alle famiglie monogenitoriali. Simona Bonafè (Pd) sottolinea il voto unanime ottenuto su un ordine del giorno a favore del settore della moda, con interventi mirati alla cassa integrazione, contributi a fondo perduto e incentivi per la transizione ecologica e digitale. Infine Gaetano Amato (M5S) celebra l’approvazione di un ordine del giorno per rendere detraibili le spese culturali, definendo l'accesso alla cultura un "principio di libertà" per il benessere collettivo.