Roma, 2 agosto 2018 - L'Aula della Camera ha dato il via libera al decreto dignità. L'assemblea di Montecitorio ha approvato il provvedimento con 312 sì, 190 no e 1 astenuto. Il testo passa ora in seconda lettura al Senato per l'approvazione definitiva. Esulta, uscendo da Montecitorio festeggiato dai suoi parlamentari, il vicepremier Luigi Di Maio: "Abbiamo vinto il primo round, ce l'abbiamo fatta, e senza la fiducia". "Ora c'è il Senato, lì i tempi sono più ridotti", ha detto ai deputati Di Maio.
"Primo importante passo in avanti per la lotta al precariato, il contrasto all'azzardo e la semplificazione fiscale. Orgoglioso di guidare un Governo che lavora davvero per questo Paese", scrive, in un tweet, il premier Giuseppe Conte.
Approvato il #DecretoDignità alla Camera, un primo importante passo in avanti per la lotta al precariato, il contrasto all'azzardo e la semplificazione fiscale. Orgoglioso di guidare un Governo che lavora per cambiare davvero questo Paese
— GiuseppeConte (@GiuseppeConteIT) 2 agosto 2018
Tra le novità introdotte nel Dl dignità spicca il rinnovo per un altro biennio (2019-2020) del bonus sulle assunzioni agli under 35. La misura frutterà 31.200 nuovi contratti stabili, con un esonero contributivo in media di 2.650 euro. Inoltre, i contratti a tempo determinato senza causali che superano i 12 mesi, verranno trasformati 'automaticamente' in tempo indeterminato.
'Salvi' anche i portuali, esclusi dalla stretta sui contratti di somministrazione (passa infatti al 30% la quota di contratti a tempo indeterminato da non superare con accordi a tempo determinato e di somministrazione, appunto). Uno dei punti messi a segno da Lega e M5S è quello sui voucher. Si tratta di una mezza vittoria a testa, per le due forze di governo: perché valgono per aziende agricole, alberghiere e strutture ricettive che operano nel turismo, ma che abbiano solo fino a 8 dipendenti e il monte orario non superi l'arco dei 10 giorni. Invece, per quel che concerne gli aumenti dei contributi per i rinnovi dei contratti a tempo determinato, "non si applicano ai contratti di lavoro domestico".
Sui giochi invece è successo pieno per Di Maio. Che porta a casa lo stop alle pubblicità, con tanto di sanzioni aumentate del 20% per chi viola il divieto, oltre all'obbligo di utilizzare la tessera sanitaria (dal 2020) per accedere alle macchinette per scoraggiare i minori, il logo 'No slot' concesso dal Mise tramite i Comuni per bar e strutture che le dismettono o si impegnano a dismettere le apparecchiature di gioco e la dicitura che avvisa sui danni derivati dal gioco su tutti i 'gratta e vinci', sulla falsa riga di quello che avviene già da anni con le sigarette.
Per le aziende che delocalizzano prima che siano trascorsi 5 anni da quando hanno ottenuto finanziamenti pubblici, il decreto Dignità prevede sanzioni per scoraggiare chi pensa di andar via dall'Italia. Gli introiti delle 'multe' saranno poi riassegnati a un fondo finalizzato al "finanziamento di contratti di sviluppo ai fini della riconversione del sito produttivo". Nel 2018, poi, professionisti e aziende titolari di crediti con la Pubblica amministrazione, ma che hanno anche un debito con lo Stato, potranno portare in compensazione le due somme. Infine il provvedimento tocca anche il mondo della scuola. Perché viene cassata una norma della Buona scuola che prevede un tetto di 36 mesi ai contratti a tempo determinato per i docenti e il personale scolastico. Non solo, perché per i diplomati magistrali e i laureati in scienze della formazione, sarà bandito un concorso da cui poi si attingerà per le immissioni in ruolo. Ma non prima di aver esaurito le assunzioni dei vincitori del concorso 2016, che saranno chiamati in quota pari del 50% con chi è iscritto nelle Gae. Tutto questo a patto che dal prossimo fine settimana il Senato non rimetta mano al testo. Motivo per il quale non è escluso che il governo, alla fine, non possa decidere di porre la fiducia.