Lunedì 24 Febbraio 2025
CLAUDIA MARIN
Economia

Doccia fredda, slitta ancora il decreto bollette. Meloni: “Misure poco efficaci”

L’esecutivo si rivedrà venerdì. La premier vuole più attenzione a imprese e famiglie vulnerabili. Le mosse allo studio dovrebbero valere per sei mesi, con uno sforzo economico di 2,8-3 miliardi

Roma, 24 febbraio 2025 – Questa volta è direttamente Giorgia Meloni a “bocciare” come “insoddisfacente” la bozza del decreto legge per fronteggiare il caro-energia messo a punto dai ministeri dell’Ambiente e dell’Economia. Servono – avvisa la premier, strigliando tecnici e ministri – più risorse per misure “più efficaci” per famiglie e imprese, con un’attenzione particolare ai soggetti più vulnerabili. Una mossa inusuale che la stessa presidente del Consiglio tende a rendere pubblica e che, però, ha l’effetto di far slittare da oggi a venerdì il varo del provvedimento.

LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI INCONTRA IL PRESIDENTE DEGLI EMIRATI ARABI MOHAMED BIN ZAYED AL NAHYAN
Giorgia Meloni (Imagoeconomica)

L’allarme delle imprese

A spingere Meloni nella direzione del rinvio sono state, secondo fonti ben informate, soprattutto le lamentele preventive delle associazioni imprenditoriali sul testo del pacchetto circolato in questi ultimi giorni. Dagli artigiani ai commercianti è stato un flusso continuo di allarmi. La bolletta elettrica di gennaio – avvisano da Confcommercio – registra una crescita media del 24% rispetto a gennaio 2024 e del 56,5% rispetto al 2019. Aumenti anche per il gas con un +27% rispetto all’anno scorso e +90,4% rispetto al 2019. I dati – spiegano – risultano ancora più penalizzanti per la competitività delle nostre imprese nel confronto con gli altri Paesi europei: a gennaio 2025, infatti, il prezzo dell’energia elettrica in Italia (143 euro/Wh) è risultato più alto del 40% rispetto alla Spagna e di quasi il 30% rispetto a Francia e Germania. Servono per i vertici di Confcommercio, come per gli altri leader delle associazioni d’impresa, “interventi validi e ben strutturati”, non palliativi. E nella stessa direzione si sono mossi i consumatori per la stangata sulla famiglia.

Il rinvio a sorpresa

Certo è che a raccogliere le rivendicazioni delle imprese è stata innanzitutto Meloni. Alla presidente del Consiglio non è piaciuta la bozza: non si è fatto abbastanza, è la strigliata ai ministri, servono misure “più efficaci”. Nonostante le indiscrezioni di un possibile rinvio circolate in mattinata, all’ora di pranzo tutto sembrava ben avviato, con gli uffici stampa pronti a preparare slide e comunicati. Ma nel pomeriggio prende forma lo slittamento: la riunione in programma oggi alle 9 slitta al 28. Dalla premier arriva la richiesta di “approfondire” ulteriori misure e la decisione di rinviare il consiglio dei ministri. Il nodo non sarebbero le risorse, ma la necessità di uno sforzo maggiore sulle norme, mantenendo le coperture individuate.

Le misure da rafforzare

Le misure messe a punto finora dovrebbero valere per sei mesi, con uno sforzo economico di 2,8-3 miliardi. Da una parte si guarda ai clienti vulnerabili, con un’estensione della platea del bonus sociale: la strada dovrebbe essere quella seguita già nel 2023 di innalzare la soglia Isee dagli attuali 9.530 euro a 15mila euro. Sull’altro fronte si lavora per trovare un sollievo per le imprese: si punta a recuperare 600 milioni dalle aste Ets (Emission trading system, la tassa sulle emissioni di CO2), per sostenere le aziende energivore ma anche le pmi. Allo studio anche una riduzione del differenziale tra il costo del gas sul mercato di riferimento europeo e quello sul mercato all’ingrosso italiano oltre a una norma sul rinnovo o il prolungamento delle concessioni idroelettriche.

Il nucleare

All’ordine della riunione del Consiglio dei ministri di venerdì è atteso anche il disegno di legge delega sul nucleare. Il pacchetto prevede i decreti delegati che saranno approvati dal governo entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge, e che serviranno a ridare all’Italia il quadro giuridico per la realizzazione, la gestione e il controllo delle centrali nucleari.

Le opposizioni

Va in pressing sul governo anche l’opposizione. La leader del Pd Elly Schlein presenta le proposte dei dem contro il caro-bollette: disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas. Vanno “bene gli aiuti alle fasce più deboli”, ma non bastano soluzioni di “corto respiro”: serve una “svolta”, dice Schlein.