Roma, 28 febbraio 2025 - “Il decreto sulle bollette varato dal Governo è un pannicello caldo che non risolve il problema del caro-energia in Italia”. È netta la posizione del Codacons dopo l’approvazione del Dl Bollette nel Consiglio dei Ministri di oggi. Si tratta di una misura che mette sul piatto 3 miliardi di euro per famiglie con un reddito Isee fino a 25mila euro e per le imprese italiane. Scettica anche l’Unione Nazionale Consumatori (Unc): “Beffa il limite dei 3 mesi: tra un mese e mezzo i caloriferi saranno spenti e le bollette scenderanno”.
Codacons: "Decreto annacquato con misure spot”
“La montagna ha partorito il topolino e dal Governo viene fuori un decreto annacquato che contiene misure spot, peraltro per la durata di soli tre mesi”, tuona il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. “La strada dei bonus per le famiglie numerose o in difficoltà, come dimostra l'esperienza del passato, non può rappresentare una soluzione al problema del caro-bollette, e in assenza di misure strutturali il prossimo inverno l'Italia si ritroverà nella stessa situazione odierna”.
Dubbi sull’Iva mobile: cos’è
Dubbi del Codacons anche sull'Iva mobile, ossia l'annunciato meccanismo per il quale oltre a un certo prezzo dell'energia, lo Stato rinuncerà all'Iva e destinerà l'eccesso di imposta alla riduzione delle bollette. “Uno strumento già previsto per i carburanti e che finora non ha funzionato - continua Rienzi - e vogliamo capire a quali condizioni potrà scattare il taglio dell'Iva e in favore di chi andranno le risorse”.
“Se da un lato è positivo l'incremento della trasparenza sulle bollette previsto dal decreto e il rinvio di due anni del passaggio al mercato libero per i clienti e le micro imprese vulnerabili - afferma il presidente dell'associazione - dall'altro non possiamo non rilevare come le misure inserite nel decreto non prevedano interventi strutturali per abbattere i costi dell'energia in Italia, combattere le speculazioni sui mercati e riportare la tassazione ai livelli della media europea", conclude il Codacons.
Unc: “Beffa il limite dei 3 mesi”
"Bene l'intervento sui bonus sociali, con l'estensione fino a 25 mila euro di Isee, ma è una beffa il limite di 3 mesi, per non dire una presa in giro. La misura per essere efficace andava adottata in modo strutturale, non certo per un trimestre. Le famiglie povere devono avere garanzie sul loro futuro, sapere a quali spese dovranno far fronte, visto che non riescono a far quadrare i loro conti”. È quanto afferma Marco Vignola, vicepresidente dell'Unione Nazionale Consumatori.
"Il paradosso, poi, è che tra un mese e mezzo i caloriferi saranno spenti in tutta Italia e ora che il provvedimento diventerà operativo le bollette scenderanno al punto che le famiglie beneficiarie potrebbero andare addirittura a credito, visto che il bonus di 200 non pare commisurato all'importo della bolletta".
La richiesta: Iva al 10% sull’energia
"Positivo, anche se deludente, il rinvio di due anni della scadenza del servizio dedicato ai vulnerabili. Chiedevamo, infatti, che il servizio di tutela restasse ‘sine die’, senza future aste. Bene l'inasprimento delle sanzioni da parte delle Authority, l'intervento sugli Ets e sulla trasparenza delle offerte con un contratto tipo”, prosegue Vignola.
"Grave che non si sia niente sul fronte degli oneri di sistema o sull'abbassamento dell'Iva: non pretendevamo un'aliquota al 5% come fatto da Draghi, ma almeno al 10%. Per il resto si tratta di un provvedimento inadeguato e privo di coraggio. Anche se ci riserviamo di esprimere un giudizio finale non appena avremo il testo, stando a quanto comunicato dal Governo in conferenza stampa, non sembra esserci nulla nulla sul fronte del disaccoppiamento, anche se parziale, del prezzo dell'energia da quello del gas, potenziando ad esempio i Ppa, consentendo ad Au di riprendere a fare gli acquisti a lungo termine, ridefinendo la formazione del Pun e i meccanismi di incentivazione delle rinnovabili" conclude Vignola.