Roma, 16 settembre 2022 - Bonus una tantum da 150 euro per lavoratori e pensionati con redditi fino a 20 mila euro l’anno. Incremento del credito d'imposta fino al 40% per le imprese energivore e al 30% per tutte le altre. Con la mobilitazione di risorse aggiuntive per fronteggiare il caro-bollette per enti locali, scuola, sanità. Via libera del Consiglio dei Ministri al Decreto Aiuti-ter per contrastare l’impennata dei costi di gas e elettricità da 14 miliardi. Un provvedimento corposo da oltre 40 articoli che spazia dal caro energia all’attuazione del Pnrr. Fino a una drastica stretta per le imprese che delocalizzano all’estero, con multe pesanti per i datori di lavoro.
Il Decreto Aiuti ter: punto per punto
In primo piano, per novembre, per lavoratori e pensionati, l’introduzione di un nuovo bonus una tantum di 150 euro per chi percepisce redditi inferiori a 20.000 euro lordi annui: parliamo di una platea di 22 milioni di persone.
Per il quarto trimestre 2022, l’estensione del credito d’imposta alle piccole imprese. Il meccanismo del credito d’imposta da ottobre varrà quindi per tutte le imprese. Fino al 30 settembre è confermato l’attuale meccanismo, con credito d’imposta al 25% per le imprese energivore e al 15% per le altre imprese con consumo maggiore di 16,5 MW.
Per ottobre e novembre è passata la proposta del ministro Giancarlo Giorgetti per concentrare tutte le risorse per un ristoro immediato e più consistente sul caro energia. Introdotte le aliquote del 40% per il credito d’imposta per gli energivori e 30% per chi impiega dai 4,5 kw in su. Raddoppiati quindi i benefici anche per gli impianti di risalita e in generale per tutte le attività produttive e commerciali non classificate come energivore.
Sempre le imprese viene prevista la garanzia statale sui prestiti alle imprese in crisi di liquidità per il caro bollette, con accordi da sviluppare con le banche per offrire i prestiti al tasso più basso, in linea con il Btp.
È confermata la riduzione delle accise su gasolio e benzina fino a tutto ottobre, con prossimo decreto ministeriale. È previsto uno stanziamento di 400 milioni per il Servizio sanitario nazionale, suddiviso tra le regioni e province autonome per far fronte ai rincari nel settore ospedaliero, comprese RSA e strutture private. Altri 190 milioni sono mobilitati per il sostegno alle aziende agricole, con interventi per la riduzione dei costi del gasolio agricolo, dei trasporti e dell’alimentazione delle serre.
Contributi economici anche per le scuole paritarie per far fronte al caro bollette. Come anche in favore dello sport, del mondo della cultura (in particolare cinema e teatri) e del terzo settore. Mentre 100 milioni di euro sono rivolti al trasporto pubblico locale.
È introdotta anche una revisione in senso restrittivo della disciplina in materia di delocalizzazioni, con aggravio delle sanzioni: il datore di lavoro che vuole delocalizzare o chiudere la sua attività in assenza di crisi ha 90 giorni (e non più 30) per presentare un piano per limitare le ricadute occupazionali ed economiche. E il contributo che è tenuto a pagare "in caso di mancata sottoscrizione del piano da parte delle organizzazioni sindacali" è "innalzato del 500%". Con l’obbligo della restituzione dei contributi pubblici ottenuti.
Sempre sul fronte energia, in via più strutturale, il governo ha approvato l’autorizzazione a proseguire nella realizzazione di sei impianti eolici (4 in Puglia, 1 in Sardegna, 1 in Basilicata). Si superano i 2.185 MW autorizzati dal governo. Nel complesso 45 impianti autorizzati, altri 14 saranno approvati successivamente.