Anche i debiti hanno dei termini di prescrizione, ovvero un periodo di tempo oltre il quale il creditore perde il diritto al rimborso. Quest’ultimo, dunque, dovrà prestare grande attenzione a questa scadenza, altrimenti correrà il rischio di non veder tornare indietro le cifre prestate. In base a quanto previsto dall’ordinamento italiano in materia di debiti, il creditore può intimare il pagamento al soggetto insolvente entro 10 anni dalla sottoscrizione del debito. Si tratta della cosiddetta prescrizione ordinaria che, tuttavia, può mutare in virtù di differenti condizioni.
La prescrizione dei debiti
Come detto, la prescrizione ordinaria dei debiti è di 10 anni, ma solo se si tratta di un prestito stipulato con contratto o derivato da atti leciti. Nel caso in cui, invece, il debito risulti derivante da un atto illecito, quale ad esempio un litigio, la prescrizione viene ridotta a 5 anni. Per comprendere l’inizio della decorrenza dei periodi di prescrizione dei debiti, è necessario fare riferimento all'articolo 2935 del Codice civile secondo cui è necessario far partire il conteggio dal giorno in cui il diritto di riscossione del debito può essere fatto valere. In questo calcolo, inoltre, devono essere considerati tutti i giorni del calendario, ivi compresi dunque i weekend e i giorni festivi. Entrambe le figure coinvolte nel prestito devono prestare attenzione alla prescrizione dei debiti in quanto: - il creditore deve evitare il superamento di tale soglia temporale per non rischiare di non vedersi corrisposte le somme dovute; - il debitore, in virtù del fatto che la prescrizione di un debito non è rilevabile d’ufficio, deve far valere in giudizio il proprio diritto. È necessario, dunque, che un giudice liberi definitivamente il debitore dal pagamento delle somme dovute (la cosiddetta prescrizione estintiva).
Quando un debito va in prescrizione?
In precedenza si è detto che i debiti hanno una prescrizione ordinaria di 10 anni che, tuttavia, può variare in base a determinate condizioni. Tutto è stabilito dalla legge, con le parti che non possono accordarsi diversamente, pena la nullità del contratto. Entrando più nel dettaglio, ci sono determinate categorie di debiti che presentano dei tempi di prescrizione differenti. È, ad esempio, prevista una scadenza a 5 anni per: - gli affitti abitativi, commerciali, agricoli, e così via, - le spese condominiali; - i crediti dello Stato per le tasse; - le bollette telefoniche; - le multe; - le indennità per cessazione dei rapporti di lavoro; - i costi assicurativi; - gli interessi sui prestiti o mutui.
La prescrizione si riduce a 3 anni, invece, per i debiti derivanti da parcelle dei professionisti e le tasse automobilistiche, mentre è a 2 anni per le bollette del gas e della luce. In ultimo, la scadenza di un debito è ad 1 anno per i debiti contratti per farmaci, abbonamenti vari e rette scolastiche. Tutti gli altri debiti, invece, seguono la prescrizione ordinaria.
Prescrizione debiti: gli strumenti del creditore
Il creditore che intende evitare che il suo credito non venga pagato dal debitore può sollecitare l’estinzione utilizzando una richiesta formale di pagamento. Si tratta, in sostanza, dell’invio di una lettera di ingiunzione o diffida che ha il principale scopo di rinnovare la richiesta di pagamento del debito ed interrompere la decorrenza della prescrizione debiti.