Lunedì 10 Febbraio 2025
MADDALENA DE FRANCHIS
Economia

Quotazioni delle materie prime, pesa il rischio di una guerra commerciale Usa-Cina

I dazi imposti da Trump e le risposte del governo cinese potrebbero innescare una spirale che potrebbe incidere sui prezzi e la produzione

Roma, 10 febbraio 2025 – Oltre al cambiamento climatico, ad alimentare l’incertezza sui mercati delle commodities agricole ci pensa, ora, Donald Trump. Già, perché le dichiarazioni ‘esplosive’ del nuovo inquilino della Casa Bianca e l’approvazione, avvenuta il 1° febbraio, di nuovi dazi al 10% sulle importazioni provenienti dalla Cina e al 25% per Messico e Canada (questi ultimi poi posticipati di un mese), hanno innescato i timori di una o più guerre commerciali.

Una situazione che influirebbe drammaticamente sui flussi globali e sui prezzi delle materie prime alimentari. Gli analisti di Aretè, società indipendente specializzata nei servizi di analisi e previsione sui mercati delle materie prime agrifood, si sono concentrati, questa settimana, su due beni che potrebbero risentire più di altri delle tensioni geopolitiche internazionali: il seme di soia e le arachidi. Da entrambi si ricavano oli vegetali usati sia dall’industria alimentare, sia da quella dei biocarburanti (soia) e dei fertilizzanti (arachidi).

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Una guerra commerciale fra Cina e Usa potrebbe incidere sui prezzi delle materie prime alimentari

Seme di soia e guerra commerciale

In risposta ai dazi approvati nei giorni scorsi dal presidente degli Usa Donald Trump, la Cina implementerà, dal 10 febbraio, dazi al 15% sulle importazioni di carbone statunitense e al 10% su greggio, macchinari agricoli e alcuni tipi di veicoli. I dazi cinesi non si estendono - per ora - al settore agroalimentare e risparmiano, dunque, il seme di soia: quest’ultimo appare, tra le materie prime agricole esportate dagli Stati Uniti, la più esposta all’impatto di una eventuale guerra commerciale. Secondo il bollettino Areté, gli Stati Uniti destinano al mercato internazionale oltre il 40% della produzione domestica di seme di soia: il 55% dei volumi esportati, nella campagna 2023/24, è stato diretto proprio verso la Cina, che rappresenta la prima destinazione. Nel 2018/19, all’epoca della prima guerra commerciale, le esportazioni di soia dagli Usa verso la Cina crollarono del 52% nell’intero anno di campagna (-17% in totale verso tutte le destinazioni), mentre i prezzi sul mercato finanziario di Chicago sono calati del 9% (-10% sul mercato europeo): ciò determinò, peraltro, una notevole riduzione delle semine nell’anno successivo. Per il momento risparmiato dai dazi cinesi, il mercato del seme di soia ha accolto con scarsa volatilità le recenti novità, in attesa di osservare i prossimi sviluppi delle trattative Stati Uniti - Cina.

Arachidi al ribasso: previsto un raccolto record

Pressioni ribassiste continuano a caratterizzare il mercato delle arachidi in Argentina. Il prezzo della varietà ‘Runner 40/50 Cif N.O Europa’ – una delle più apprezzate per il gusto e le tante possibilità d’uso – ha registrato, tra gennaio e febbraio 2025, un calo del 5%: -28% dai massimi storici, toccati a gennaio 2024. Secondo le analisi di Areté, i cali sarebbero principalmente riconducibili alle aspettative di un nuovo record produttivo 2025 (il raccolto che inizierà ad aprile 2025), in uno scenario di stock iniziali elevati – dopo l’abbondante raccolto del 2024 – e di maggiore disponibilità anche negli Stati Uniti. Sebbene si segnalino, in alcune aree di produzione, problemi di siccità, le più recenti previsioni del dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti sono di una produzione argentina di 1,5 milioni di tonnellate (+1% rispetto al 2024). È prevista in aumento del 10%, invece, la produzione Usa (2,93 milioni di tonnellate). Ulteriore elemento che contribuisce ad alimentare il trend ribassista è il recente azzeramento permanente dei dazi all’export, deciso dal governo argentino: la misura taglia notevolmente i costi per gli esportatori, favorendo la competitività del prodotto argentino nel mercato globale.