Mercoledì 5 Febbraio 2025
GIACOMO LIPPI
Economia

Trump e i dazi: cosa sono e perché sono così importanti nell'economia mondiale

Il Presidente degli Usa Donald Trump ha appena sospeso per circa un mese i dazi rivolti a Messico e Canada a seguito di accordi stipulati con i due Stati, dopo avere firmato un ordine esecutivo solamente qualche giorno fa. L'obiettivo del tycoon sembra ora essere l'Unione Europea, ma la Von der Leyen non ci sta

Roma, 5 febbraio 2025 – Si parla tanto in questo periodo della politica interna ed estera di Donald Trump, rieletto presidente degli Stati Uniti d'America per il secondo mandato non consecutivo. A poco più di due settimane dal suo ritorno nello Studio ovale della Casa Bianca, Trump ha già messo in pratica alcune delle promesse effettuate durante la campagna elettorale: dopo avere iniziato il processo di deportazione degli immigrati irregolari, il tycoon ha comunicato a seguire l'uscita degli Usa sia dagli accordi di Parigi per il clima sia dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Un'altra delle prerogative del nuovo governo repubblicano, tuttavia, consiste nel portare avanti la guerra commerciale nei confronti di altri vari attori internazionali. Trump stesso, infatti, aveva imposto dazi dal 10% al 25% a Cina, Messico e Canada, oltre ad avere preannunciato anche un aumento delle tariffe commerciali rivolto all'Europa, prima della sospensione di 30 giorni degli stessi appena decretata nella giornata odierna. Ma cos'è, effettivamente, un dazio? Proviamo a fornirvi una spiegazione dettagliata, trattandosi di un concetto particolarmente influente in ambito economico. 

Che cosa sono i dazi

Per dazio, riprendendo la definizione fornita dall'enciclopedia Treccani, si intende letteralmente un'imposta indiretta sui consumi che colpisce il commercio di beni da uno Stato all'altro. I dazi esterni, riguardanti le merci che entrano, escono o attraversano lo Stato in questione, si dividono a loro volta in dazi di importazione, i più importanti a livello finanziario, di esportazione, mai esageratamente diffusi se non in caso di commercio di materie prime indispensabili allo sviluppo delle industrie locali, e di transito, ormai assenti e vietati quasi in tutto il mondo con lo scopo di favorire il commercio di transito. Il dazio stabilisce a sua volta una sostanziale differenza tra i prezzi imposti dai mercati internazionali e quelli dentro i paesi che lo impongono: in questo modo, un governo può aumentare i prezzi dei prodotti importati rispetto a quelli prodotti entro il territorio nazionale. I dazi si definiscono fiscali quando hanno come unico scopo quello di fornire un'entrata al governo statale, poiché gravano esclusivamente su merci prodotte all'estero. Le tariffe in questione, infine, possono variare in base al peso o a qualsiasi misura inerente alla merce o in base al valore di essa stabilito dai governi o dalle dogane.

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Le misure economiche di Trump

Soltanto pochi giorni fa, Donald Trump aveva firmato un ordine esecutivo atto ad imporre a partire dal 4 febbraio dazi del 25% contro Canada e Messico e del 10% contro la Cina. Questo aveva di fatto decretato l'inizio della guerra commerciale che il candidato repubblicano alla Casa Bianca, poi eletto Presidente, aveva promesso di lanciare agli altri attori internazionali nel corso della lunga campagna elettorale. "Le misure di oggi sono necessarie per mettere Cina, Messico e Canada davanti alla loro responsabilità di non aver fermato l'ondata di farmaci velenosi negli Stati Uniti" aveva apostrofato Trump riferendosi in particolar modo al fentanyl, potentissima droga che sta causando milioni di vittime negli Usa, e giustificando così la decisione presa. Proprio nella giornata del 4 febbraio, tuttavia, è arrivata un'importante modifica dell'ordinanza. Il governo Usa, infatti, ha sospeso per un mese i dazi in questione prima al Messico, in cambio del posizionamento di oltre 10mila soldati al confine per contenere il transito di droga e migranti, poi al Canada, in cambio di un rafforzamento del piano statunitense al confine per mantenere un maggiore controllo. Nel mirino della Casa Bianca rimane ora l'Unione Europea e, a questo proposito, la Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen si è espressa così: "Se Trump non farà marcia indietro – ha dichiarato – siamo pronti a mettere a rischio quello che è uno dei rapporti commerciali più importanti del mondo".