Mercoledì 12 Febbraio 2025
GIORGIO COSTA
Economia

Dazi, i timori di Confindustria: “In gioco 64 miliardi. Negoziare subito”

Il presidente degli industriali Orsini invoca il dialogo con l’amministrazione americana: “Washington vale una gran fetta di export, l’Italia aiuti l’Ue a trovare l’accordo”

Ravenna, 12 febbraio 2025 – I dazi fanno paura alle imprese italiane. E non potrebbe essere diversamente per un Paese che è il 4° esportatore mondiale e che vuole arrivare a 700 miliardi di export nel 2025 (sono stati 626 nel 2024). Il grido d’allarme degli industriali italiani giunge da Ravenna dove il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, è intervenuto ad un convegno organizzato da QN Economia in tema di energia. Il presidente degli Stati uniti d‘America Donald Trump “dà la sveglia all‘Europa e i dazi sono un rischio, visto che gli Usa valgono 64 miliardi di export che non ci possiamo permettere di perdere o di erodere”, ha detto Orsini. La politica americana punta ad attrarre imprese, ha detto Orsini, a porre dazi all’ingresso di merci e a semplificare l’ordinamento interno.

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Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ieri a Ravenna all’evento di Quotidiano Nazionale

“Ora – ha aggiunto Orsini – serve negoziare subito con gli Stati Uniti, credo che ci sia anche la possibilità ed è giusto che sia l’Europa in modo compatto a negoziare e credo che il nostro Presidente del Consiglio possa aiutare l’Europa a trovare un accordo”. A giudizio del numero uno di Confindustria ci sono “alcuni capitoli fondamentali da inserire nel negoziato come l’acquisto di gas e energia e soprattutto il settore della difesa. Serve intervenire subito, velocemente – ha concluso Orsini – e bisogna capire se sull’acciaio e sull’alluminio i dazi saranno quelli del 2018. Il mercato degli Stati Uniti è importantissimo e non possiamo permetterci di perderlo”.

I dazi del 25% annunciati ieri l’altro dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulle importazioni di acciaio e alluminio saranno in vigore dal 12 marzo prossimo: è quanto emerge dall’ordine esecutivo firmato dal presidente. “Sono profondamente dispiaciuta per la decisione degli Stati Uniti di imporre dazi sulle esportazioni europee di acciaio e alluminio. Le tariffe sono tasse: dannose per le imprese, peggio per i consumatori. Le tariffe ingiustificate contro l’Ue non rimarranno senza risposta: scateneranno contromisure ferme e proporzionate. L’Ue agirà per salvaguardare i propri interessi economici. Proteggeremo i nostri lavoratori, le nostre aziende e i nostri consumatori”, ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

In merito ai possibili dazi americani “bisognerà vedere come verranno applicati“ ha detto ieri a Ravenna Stefano Venier, amministratore delegato di Snam. “Per quanto riguarda le attività della catena del gas abbiamo visto quale è stata la reazione a fronte dell‘intervento di Trump con la Cina che ha risposto alzando i dazi sull’import di gas americano. Andremo a vedere un po’ l’evoluzione: i dazi si introducono, poi si ritirano, bisogna vedere”, ha concluso. Da parte sua l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, sempre da Ravenna, ha ribadito che i problemi dell’Europa non dipendono da Trump. “Nel 2000 eravamo la prima economia, ora la Cina ci ha superato e dal 2008 siamo stazionari. Noi siamo in mezzo al guado, l’Europa ha problema da 20 anni e questi problemi non dipendono certo dai possibili dazi di Trump. Servono le infrastrutture per accogliere petrolio e gas. Dobbiamo aspettare Trump per reagire? I dazi saranno un problema, ma non l’unico. La Cina ha strategie precise su gas e petrolio e poi ha in mano i materiali critici per la transizione energetica, specie per il solare. Dobbiamo fare le cose seriamente guardando al domani. La Ue si è mossa solo verso l’offerta senza occuparsi della domanda. La verità è che ci sono problemi di strategia e di visione a livello europeo”, ha concluso Descalzi.