Martedì 4 Marzo 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Trump spinge i dazi, rappresaglia della Cina. Ma per i mercati è ancora “linea morbida”

Pechino risponde alle nuove tariffe di Trump, anche il Canada si muove. Trudeau: “Nulla giustifica le misure americane”. Borse deboli, tiene Shanghai

Roma, 4 marzo 2025 – Tit for tat, letteralmente “occhio per occhio”. Nella guerra dei dazi stiamo assistendo a una delle strategie più antiche di tutti i tempi, chiave per risolvere il celebre dilemma del prigioniero. Che non trova però un equilibrio nella “nuova era” di Donald Trump. Almeno per il momento. E le Borse accusano: l’Asia ha chiuso debole, mentre i listini europei hanno aperto in deciso calo, compresa Piazza Affari che in avvio cedeva circa l’1%. Tiene ancora la Cina, con Shanghai in lieve rialzo (+0,22%): i mercati giudicano ancora “morbida” la risposta di Pechino alle tariffe Usa e vedono margini di negoziazione. Secondo il Wall Street Journal i dazi di Trump "hanno posto fine a decenni di libero scambio tra i tre paesi e rischiano di sconvolgere interi settori industriali". 

Le borse asiatiche deboli dopo i dazi di Trump, Cina tiene
Le borse asiatiche deboli dopo i dazi di Trump, Cina tiene

Cina risponde agli Usa

A pochi minuti dall’entrata in vigore delle tariffe al 10% aggiuntivo (quindi del 20% in totale, il doppio rispetto al mese scorso) volute dagli Usa su tutte le importazioni made in Cina, è giunta a strettissimo giro la risposta di Pechino. Che ha assicurato di voler combattere fino in fondo il conflitto economico aperto dal tycoon. Il Dragone ha imposto oggi dazi tra il 10-15% sul settore agroalimentare americano. "Se gli Stati Uniti persistono nel condurre una guerra tariffaria, una guerra commerciale o qualsiasi altro tipo di guerra, la parte cinese li combatterà fino in fondo, fino a una amara conclusione", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, nel briefing quotidiano. In realtà l’entità della risposta cinese sembra ancora suggerire, per il momento, una linea “morbida” che lascia ancora spazio alla diplomazia.

Pechino ha anche annunciato il divieto con effetto immediato delle importazioni di sequenziatori genetici dal produttore americano Illumina. Inserita a febbraio nella lista cinese delle 'entità inaffidabili', Illumina genera il 7% delle sue vendite dai mercati della Repubblica popolare. I sequenziatori genetici aiutano a determinare la sequenza di Dna o Rna, consentendo agli scienziati di studiare le variazioni genetiche associate a malattie e diagnosticare rare condizioni genetiche. 

Nuovi dazi su Canada e Messico, Trudeau reagisce

Sempre oggi sono entrati in vigore i dazi anche sui prodotti canadesi e messicani. Le merci di Ottawa saranno soggette a tariffe del 25%, con le risorse energetiche colpite da un tasso del 10%, mentre i prodotti messicani saranno soggetti a un'imposta generale del 25%, in base agli ordini esecutivi firmati da Trump.

Immediata la risposta del Canada che applicherà dazi doganali come ritorsione. Lo ha confermato il premier Justin Trudeau, sottolineando che "nulla giustifica queste misure americane". 

La situazione in Europa

Nel mirino del presidente Usa, è noto, c’è anche l’Unione europea. E si balla sempre sulle stesse cifre, ovvero il 25% di dazi doganali. Bruxelles sta cercando, anche sotto traccia, di prevenire (o quanto meno limitare) l’impatto della politica tariffaria americana. Il ministro dell'Economia francese Eric Lombard ha affermato oggi che "è necessario" che la Ue raggiunga "un accordo equilibrato" con gli Stati Uniti. "Abbiamo negoziatori che stanno giocando una partita dura, giocheremo una partita dura, ma dobbiamo raggiungere un accordo equilibrato che protegga le nostre economie", ha dichiarato Lombard. Secondo Giorgia Meloni, ospite ieri sera di XXI secolo su Rai Uno, una guerra commerciale “non conviene neanche agli Stati Uniti, però su questo ci possono essere punti di vista differenti".