Venerdì 14 Febbraio 2025
BRUNO MIRANTE
Economia

Le conseguenze dei dazi Usa secondo Bankitalia. Panetta: “Impatto più forte su Italia e Germania”

Il governatore valuta le ripercussioni sulla crescita dell’economia americana e sul Pil dell’Eurozona. “Ma sull’inflazione gli effetti sarebbero contenuti. E’ necessario negoziare”

Fabio Panetta Governatore della Banca d'Italia durante il 31°congresso Assiom Forex a Torino (Ansa)

Fabio Panetta Governatore della Banca d'Italia durante il 31°congresso Assiom Forex a Torino (Ansa)

Torino, 15 febbraio 2025 –  Se la politica dei dazi annunciata da Donald Trump in fase pre-elettorale trovasse realizzazione, a pagarne le spese, secondo il governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta, sarebbe anche l'economia degli Stati Uniti. "L’esperienza storica - ha dichiarato Panetta nel suo intervento al 31° Congresso annuale di Assiom Forex a Torino - mostra che le guerre commerciali danneggiano la crescita, anche nei Paesi che le avviano" ed è quindi possibile "che l’amministrazione statunitense stia utilizzando gli annunci sui dazi come leva negoziale per ridefinire i rapporti economici e politici con altre aree del mondo". "Tuttavia, in un contesto già segnato da tensioni geopolitiche, commerciali e belliche - indica però il governatore - questa strategia potrebbe sfuggire al controllo, generando effetti ben oltre quelli desiderati, aggravando i dissidi esistenti e aprendo nuove fratture. Soluzioni negoziali basate sulla cooperazione non solo rappresentano un’alternativa preferibile, ma sono necessarie per evitare una spirale di conflitti che minaccerebbe la stabilità globale", dice Panetta.

“Effetti maggiori sul Pil italiano e tedesco”

Secondo questo ragionamento, se i dazi fossero attuati e accompagnati da misure di ritorsione, la crescita del Pil globale si ridurrebbe di 1,5 punti percentuali. "Per l’economia statunitense - ha spiegato il governatore - l’impatto supererebbe i 2 punti. Per l’area dell’euro le conseguenze sarebbero più contenute, intorno a mezzo punto percentuale, con effetti maggiori per Germania e Italia, data la rilevanza dei loro scambi con gli Stati Uniti". Inoltre "nella fase iniziale questi impatti negativi potrebbero essere amplificati dall’aumento dell’incertezza sulle politiche commerciali, già evidente nelle ultime settimane", ha aggiunto Panetta. Mentre "un aumento dei dazi statunitensi sulle esportazioni europee non avrebbe presumibilmente effetti significativi sull’inflazione".

Dazi e inflazione

"I dazi - ha spiegato infatti - potrebbero generare pressioni al rialzo legate a un deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro e a eventuali misure di ritorsione da parte della Ue. Tuttavia, questi effetti verrebbero compensati da un rallentamento dell’economia globale e dal dirottamento verso i mercati europei delle merci cinesi colpite da dazi elevati. Secondo nostre stime, l’effetto netto dei dazi sull’inflazione sarebbe perciò contenuto, se non leggermente negativo", ha indicato ancora Panetta prima di lanciare un avvertimento: "I rischi più insidiosi per l’inflazione provengono dai mercati energetici, che stanno registrando una forte volatilità e un aumento dei prezzi, in particolare del gas. Nel breve termine questi andamenti potrebbero rendere più variabile il percorso dell’inflazione. Gli sviluppi futuri andranno monitorati con attenzione, anche se nel medio periodo il rallentamento della domanda mondiale potrebbe contenere le pressioni sui prezzi".