Lunedì 21 Aprile 2025
ANTONIO TROISE
Economia

L’analisi di Alan Friedman: “Sveglia: l’America è nemica. Trump non vuole trattare”

Il giornalista economico Usa: Italia colpita al cuore, fino a 60 mila posti a rischio. “Punisce gli ex amici: dazi del 10% sull’Ucraina, risparmiate Russia e Bielorussia”

L’analisi di Alan Friedman: “Sveglia: l’America è nemica. Trump non vuole trattare”

Roma, 4 aprile 2025 – Una follia, un atto senza senso, che farà male a miliardi di persone. Quanto all’Europa e alla sua decisione di trattare, la risposta è in una parola: “Auguri”. Alan Friedman, giornalista, economista ed esperto di geopolitica, non usa mezze parole per attaccare a testa bassa i dazi di Trump. “Nelle guerre commerciali non ci sono vincitori. E i dazi di Trump sono autolesionisti, possono portare l’economia in recessione, faranno aumentare l’inflazione per i consumatori americani e renderanno più difficili i tagli dei tassi di interesse da parte della Banca centrale. Questo rallenterà la crescita del Pil americano nel 2025 e farà crescere anche la disoccupazione”. 

Il giornalista ed economista americano Alan Friedman è nato a New York il 30 aprile 1956
Il giornalista ed economista americano Alan Friedman è nato a New York il 30 aprile 1956

Quali saranno gli effetti sull’economia mondiale?

“Potrebbero produrre un rallentamento della crescita fra lo 0,3 e lo 0,5% anche nell’area dell’euro”.

E per l’Italia?

“La crescita del 2025 passerebbe dallo 0,6% a un tasso da prefisso telefonico, fra 0,2 e 0,3%. Inoltre, a parte il settore farmaceutico che è stato esentato, potrebbero entrare in crisi alcuni comparti, dal vino all’automotive, dall’acciaio all’alluminio fino ai tessuti: praticamente tutto l’apparato manifatturiero. La perdita in termini di occupazione potrebbe essere di 20-30 mila posti nello scenario più positivo fino a 50-60 mila in quello più negativo”.

Insomma, ci sarà da soffrire. “Certo, perché l’unico traino della crescita italiana resta quello dell’esportazione, dal momento che la domanda interna è troppo debole. Questo vuol dire che Trump colpisce la parte più importante dell’economia”.

I dazi di Trump: il grafico
I dazi di Trump: il grafico

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha annunciato che reagirà in maniera forte, ma prima vuole trattare. Fa bene?

“La mia risposta è: auguri. Quando due settimane fa il commissario europeo Kallas è andato a Washington per incontrare il segretario di Stato Rubio, la riunione è stata cancellata meno di un’ora prima dell’appuntamento. Quando il commissario europeo per il Commercio è andato a parlare con il suo omologo americano, è uscito lamentando il fatto che gli americani non vogliono trattare. Negli Stati Uniti c’è un proverbio molto diffuso: per ballare il tango bisogna essere in due”.

Trump dice che i suoi dazi sono un atto di giustizia.

“Ha diffuso cifre false. Non è vero che l’Ue impone dazi del 39% sulle merci Usa. Al massimo siamo fra il 2 e il 3%. Ha semplicemente preso il dato del deficit commerciale e lo ha diviso per due. In una singola conferenza stampa Trump è riuscito a colpire circa 8 miliardi di persone e bruciare miliardi di dollari di valore in Borsa. Porterà malessere, sofferenza e recessione in mezzo mondo, e i Paesi più poveri sono quelli che soffriranno di più. Da notare, poi, che ha messo dazi del 10% sull’Ucraina e zero sulla Russia, sulla Bielorussia e sulla Corea del Nord. Mi sembra proprio che voglia punire gli amici e premiare quelli che finora erano i nemici. Che cosa deve fare di più per farci capire che l’America di Trump non è più l’amica e alleata affidabile di un tempo?”.

Meloni, però, ha un buon rapporto con Trump. Perché non avviare trattative bilaterali?

“Perché non sono tecnicamente possibili: l’Italia fa parte dell’Ue”.

Ma l’Europa, in concreto, che cosa dovrebbe fare?

“Fa bene ad attendere un paio di settimane e vedere che aria tira. L’unica cosa che Trump capisce è quando qualcuno fa a lui quello che cerca di fare agli altri. Il problema è come limitare i danni. E, ironia della storia, i dazi potrebbero spingere l’Europa nelle braccia della Cina. L’ennesimo capolavoro trumpiano”.