
Roma, 4 aprile 2025 – Una follia, un atto senza senso, che farà male a miliardi di persone. Quanto all’Europa e alla sua decisione di trattare, la risposta è in una parola: “Auguri”. Alan Friedman, giornalista, economista ed esperto di geopolitica, non usa mezze parole per attaccare a testa bassa i dazi di Trump. “Nelle guerre commerciali non ci sono vincitori. E i dazi di Trump sono autolesionisti, possono portare l’economia in recessione, faranno aumentare l’inflazione per i consumatori americani e renderanno più difficili i tagli dei tassi di interesse da parte della Banca centrale. Questo rallenterà la crescita del Pil americano nel 2025 e farà crescere anche la disoccupazione”.

Quali saranno gli effetti sull’economia mondiale?
“Potrebbero produrre un rallentamento della crescita fra lo 0,3 e lo 0,5% anche nell’area dell’euro”.
E per l’Italia?
“La crescita del 2025 passerebbe dallo 0,6% a un tasso da prefisso telefonico, fra 0,2 e 0,3%. Inoltre, a parte il settore farmaceutico che è stato esentato, potrebbero entrare in crisi alcuni comparti, dal vino all’automotive, dall’acciaio all’alluminio fino ai tessuti: praticamente tutto l’apparato manifatturiero. La perdita in termini di occupazione potrebbe essere di 20-30 mila posti nello scenario più positivo fino a 50-60 mila in quello più negativo”.
Insomma, ci sarà da soffrire. “Certo, perché l’unico traino della crescita italiana resta quello dell’esportazione, dal momento che la domanda interna è troppo debole. Questo vuol dire che Trump colpisce la parte più importante dell’economia”.

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha annunciato che reagirà in maniera forte, ma prima vuole trattare. Fa bene?
“La mia risposta è: auguri. Quando due settimane fa il commissario europeo Kallas è andato a Washington per incontrare il segretario di Stato Rubio, la riunione è stata cancellata meno di un’ora prima dell’appuntamento. Quando il commissario europeo per il Commercio è andato a parlare con il suo omologo americano, è uscito lamentando il fatto che gli americani non vogliono trattare. Negli Stati Uniti c’è un proverbio molto diffuso: per ballare il tango bisogna essere in due”.
Trump dice che i suoi dazi sono un atto di giustizia.
“Ha diffuso cifre false. Non è vero che l’Ue impone dazi del 39% sulle merci Usa. Al massimo siamo fra il 2 e il 3%. Ha semplicemente preso il dato del deficit commerciale e lo ha diviso per due. In una singola conferenza stampa Trump è riuscito a colpire circa 8 miliardi di persone e bruciare miliardi di dollari di valore in Borsa. Porterà malessere, sofferenza e recessione in mezzo mondo, e i Paesi più poveri sono quelli che soffriranno di più. Da notare, poi, che ha messo dazi del 10% sull’Ucraina e zero sulla Russia, sulla Bielorussia e sulla Corea del Nord. Mi sembra proprio che voglia punire gli amici e premiare quelli che finora erano i nemici. Che cosa deve fare di più per farci capire che l’America di Trump non è più l’amica e alleata affidabile di un tempo?”.
Meloni, però, ha un buon rapporto con Trump. Perché non avviare trattative bilaterali?
“Perché non sono tecnicamente possibili: l’Italia fa parte dell’Ue”.
Ma l’Europa, in concreto, che cosa dovrebbe fare?
“Fa bene ad attendere un paio di settimane e vedere che aria tira. L’unica cosa che Trump capisce è quando qualcuno fa a lui quello che cerca di fare agli altri. Il problema è come limitare i danni. E, ironia della storia, i dazi potrebbero spingere l’Europa nelle braccia della Cina. L’ennesimo capolavoro trumpiano”.