L’ultimo a muoversi, in ordine di tempo, è stato Facebook, il più grande social network del mondo. Nelle scorse settimane, anche la società fondata da Mark Zuckerberg ha lanciato un nuovo sistema di pagamenti digitali che per adesso è limitato soltanto agli Stati Uniti ma in futuro sarà probabilmente esteso a molti altri paesi del mondo.
Si chiama Facebook Pay e potrà presto essere utilizzato per compiere transazioni in denaro attraverso alcune popolarissime applicazioni come Messenger, Instagram e WhatsApp, integrandole con i circuiti delle carte di credito o con il sistema di pagamenti Paypal. Facebook, però, è in buona compagnia perché tutti i colossi dell’era di internet stanno oggi cercando cavalcare il business dei pagamenti digitali, che sembrano ormai destinati a far quasi sparire i soldi contanti dalla faccia della terra. Lo ha fatto per esempio Google, che ha già un servizio di pagamenti elettronici (Google Pay) e ne lancerà presto un altro più evoluto (Google Cache). Sulla stessa lunghezza d’onda un altro colosso come Amazon che, sempre negli Stati Uniti, ha in mente di offrire l’apertura di conti correnti online nel suo canale di commercio elettronico.
I giganti della net economy, insomma, potrebbero diventare in futuro dei concorrenti insidiosi (oppure dei preziosi alleati) per gli operatori finanziari tradizionali, a cominciare dalle banche. Del resto, basta leggere le proiezioni di molte società e istituti di ricerca per capire che le transazioni elettroniche hanno un brillante futuro davanti a sé, soprattutto se effettuate attraverso i dispositivi mobili come i tablet e gli smartphone, cioè i telefonini di nuova generazione capaci di navigare sul web a velocità accelerata. Queste nuove tendenze sono assai evidenti anche in Italia, dove l’utilizzo del contante è tuttora diffuso anche se sta progressivamente perdendo terreno.
A certificarlo sono le rilevazioni del Politecnico di Milano, dove esiste da tempo un vero e proprio Osservatorio sui pagamenti innovativi. Secondo gli ultimi dati diffusi nella primavera scorsa, il valore complessivo delle transazioni con carta elettronica (credit card o bancomat) hanno superato ampiamente i 240 miliardi di euro, corrispondenti al 37% dei pagamenti delle famiglie italiane, con una crescita su base annua del 9%. In media, ogni nostro connazionale effettua con le carte elettroniche circa 70 operazioni in un anno, contro le 60 del 2017.
Siamo ancora ben lontani dai livelli toccati in alcuni paesi esteri come il Regno Unito (300 transazioni a testa ogni 12 mesi) ma, da un po’ di anni a questa parte, si registra anche un calo della cifra spesa dai nostri connazionali con le credit card e i bancomat: nel 2017 la transazione media era di 60 euro, mentre nel 2018 è scesa attorno ai 57 euro. Ciò significa che i consumatori della Penisola utilizzano sempre più spesso i mezzi di pagamento elettronici anche per fare piccoli acquisti, per esempio al bar, al supermercato o nei negozi.
In particolare, sempre secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico, c’è da tempo un boom delle carte contactless, cioè le credit card che permettono di fare acquisti ultra-rapidi negli esercizi commerciali, semplicemente avvicinando la tessera di plastica al terminale Pos delle casse, senza la classica «strisciata» della banda magnetica e senza neppure la necessità di firmare lo scontrino, quando il prezzo da versare è inferiore a 25 euro. Lo scorso anno, è stato effettuato oltre 1 miliardo di transazioni con le carte contactless, per un valore in denaro di circa 47 miliardi di euro.
Merito della facilità di utilizzo di questa tecnologia ma anche dellla crescita del numero di carte e dei terminali Pos nei negozi capaci di riceverne i pagamenti: oltre 1 carta su 2 e 3 terminali su 4 a fine 2018 erano già abilitati alla tecnologia contactless. Gli analisti stimano inoltre che i pagamenti con queste carte di nuova generazione potranno valere tra i 75 e i 100 miliardi di euro già entro il 2021. Ma la nuova frontiera della finanza digitale sono le transazioni attraverso il cellulare (Mobile Proximity Payment), che avvengono con le app e senza la necessità di usare neppure le carte di plastica. Nel 2018 valore dei pagamenti via smartphone ha superato la soglia di mezzo miliardo di euro, una cifra ancora limitata ma che registra tassi di crescita annua a tre cifre (+650% ). Gli italiani che utilizzano questa tecnologia sono più di un milione e con lo smartphone spendono in media più di 500 euro a testa all’anno.