Arriva il super Ape sociale, che permette già a 63 anni la pensione anticipata a una serie di categorie di lavoratori impegnati in attività gravose. Categorie che, nella lista predisposta dalla Commissione ministeriale ad hoc, aumentano di ben 27 e comprenderanno, per esempio, i fabbri, i saldatori, i conduttori di macchine agricole, i vasai e gli artigiani del legno, gli artigiani e gli operai specializzati delle attività poligrafiche, i meccanici, gli operatori sanitari e sociali (oltre quelli già previsti) e anche le estetiste (ma con qualche riserva ancora da sciogliere).
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Si realizza dunque una prima soluzione per il dopo Quota 100: l’ipotesi già proposta da Cesare Damiano, oggi alla guida della Commissione sui lavori gravosi, di rendere l’Ape sociale strutturale o della durata di almeno 5-6 anni (fino al 2025-26), allargata a nuove categorie di lavoratori che svolgono mansioni gravose e manuali. Insieme col rafforzamento di soluzioni collaudate seppure non generalizzate: dall’Opzione donna (uscita con 35 anni di contribuzione e 58 anni d’età, 59 se autonome, ma con penalizzazione fino al 30%) al cosiddetto anticipo per i lavoratori precoci, che hanno cominciato a lavorare nella minore età. Fermo restando che si attende dal ministero dell’Economia una soluzione generalizzata per tutti: qui rientra la proposta del Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, di un anticipo da 63 anni anche in questo caso della sola quota di pensione calcolata con il sistema contributivo.
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Ma torniamo all’Ape sociale. La ratio dell’uscita anticipata dal lavoro, spiega lo stesso Damiano, è anche quella di "strumento di prevenzione dai rischi di infortunio e malattia professionale". Si tratta, spiega, "nel caso dei lavori usuranti, di un anticipo pensionistico vero e proprio. Altra cosa è l’Ape sociale, che è un semplice assegno di accompagnamento alla pensione, con un tetto di 1.500 euro lordi mensili, non indicizzato e senza reversibilità che riguarda gli stipendi e le mansioni medio-basse: quindi, non è una pensione anticipata". Compito della Commissione è stato "studiare la gravosità delle occupazioni".
È stata quindi stilata una graduatoria di 92 categorie, oltre le 15 già comprese nell’Ape. Il governo, nel confronto con le parti sociali, dovrà fare una proposta di selezione condizionata dalle risorse a disposizione. La graduatoria annovera al primo posto "i conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali". È la mansione individuata dall’Inail con il più alto grado di gravosità e di rischio. Dall’altro lato, al92° posto, si collocano i "membri di organismi di governo e di assemblea con potestà legislativa e regolamentare", che hanno un indice pari a zero e che, quindi, non entreranno mai. Ma vediamo, nel dettaglio, come funziona il meccanismo attuale dell’Ape e che sarà esteso alle altre categorie indicate. Possono fare domanda i disoccupati con almeno 30 anni di contributi previdenziali e che non abbiano più il sussidio di disoccupazione da almeno tre mesi (ma questo vincolo verrà eliminato), coloro che sono impegnati in lavori gravosi con almeno 36 anni di contributi (che scenderanno a 30 per gli edili), coloro che assistono il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità e coloro che hanno un’invalidità di almeno il 74%.
La domanda per l’Ape si può fare a partire dai 63 anni, ma, per effetto dell’aumento dell’aspettativa di vita, è possibile solo dai 63 anni e cinque mesi.