Villois
S&P ha mantenuto il giudizio precedente sul debito pubblico italiano e, visti i contenuti della legge di bilancio, sarebbe stato assurdo che lo modificasse in peggio. Il Governo, saggiamente, ha superato le voracità dei partiti della coalizione e ha puntando a stabilizzare per l’anno prossimo i conti pubblici. Però il debito pubblico continuerà ad assillare non solo le manovre finanziarie ma anche l’intera economia italiana. Oltre al rompicapo debito esistono altri fondamentali aspetti inerenti la forza e la tenuta della nostra economia in confronto a quelle dei due primi competitor europei, Germania e Francia. La dimensione, patrimonializzazione e quotazione sui mercati finanziari regolamentati delle imprese di entrambi è nettamente superiore a quella degli italiani: i tedeschi dominano l’auto mondiale, i francesi moda e fashion. Noi eravamo almeno alla pari con loro fino alla fine del secolo scorso, mentre oggi, soprattutto nell’auto, ci rimane la sola componentistica, mentre per la moda, salvo Armani e Prada, i francesi si sono portati via parte rilevante dei nostri marchi. Tuttavia le nostre imprese, essenzialmente piccole e a capitale familiare, agiscono e modificano iter e modelli produttivi in maniera più dinamica, aperta, agile, e per questo possono essere vincenti. A nostro favore c’è anche una capacità e reputazione delle banche, che hanno saputo affrontare la crisi sistemica senza l’intervento pubblico. Per ridare impulso allo sviluppo e renderlo stabile servirà puntare sui citati pregi dell’imprenditoria e delle banche e sulla messa a terra delle risorse del Pnrr, in abbinamento a una vera e duratura politica industriale.