Roma, 18 settembre 2023 – Sarà un 2024 ricco di novità per le buste paga dei lavoratori dipendenti. E non solo perché il governo ha confermato il taglio del cuneo fiscale già previsto per quest’anno. Ma anche perché dovrebbero scattare i nuovi scaglioni Irpef con il passaggio da 4 a 3 aliquote e dovrebbero arrivare gli sconti fiscali sul tredicesime e premi di produttività. Tutto, dipenderà, dalle norme che saranno inserite nella legge di Bilancio e, soprattutto, dalle risorse a disposizione. Ma ecco come potrebbero cambiare le retribuzioni.
Il taglio del cuneo fiscale
La riduzione dei contributi si applica a tutti i dipendenti con un reddito inferiore ai 35mila euro lordi annui. In particolare lo sgravio è dei 7% su tutte le buste paga d’importo pari o inferiore a 1.923 euro e dei 6% per gli stipendi compresi tra 1.924 e 2.692 euro.
Provando a fare qualche calcolo, per un dipendente con una retribuzione di 10mila euro lordi annui, lo sgravio sarà di circa 45 euro al mese. Per chi guadagna 15mila euro all’anno, lo “sconto” sui contributi arriva a 67 euro al mese. Che sale a 96 euro per chi ha una retribuzione annua di 25mila euro. Infine, per i lavoratori che guadagnano 35mila euro lordi, lo sconto si attesta sui 100 euro al mese in più.
La detassazione delle tredicesime
Nel menu della prossima manovra potrebbe esserci anche un ulteriore “sconto” fiscale sulle tredicesime, con l’applicazione di una aliquota media del 15%. Anche in questo caso lo sgravio sarebbe limitato ai redditi fino ai 35mila euro lordi all’anno. Per un lavoratore con una retribuzione di 10mila euro, la tredicesima aumenterebbe di circa 20 euro, per un reddito di 15mila euro il vantaggio sarebbe di circa 30 euro che diventano 41 euro per i lavoratori con 25mila euro di stipendio lordo annuo. Infine, per una retribuzione di 35mila euro, la tredicesima aumenterebbe di 32 euro. Anche in questo caso i vantaggi maggiori si concentrano nella fascia fino a 25mila euro per poi scendere gradualmente al crescere del reddito. La mini-aliquota dell’Irpef scatterebbe anche per gli straordinari e i premi di produttività.
Le nuova aliquote Irpef
Oggi gli scaglioni dell’Irpef sono quattro: fino a 15mila euro di reddito si paga un'aliquota al 23%, fino a 28mila euro al 25%, tra 28mila euro e 50mila euro al 35% e oltre questa soglia si applica un’aliquota del 43%. Tradotto in soldoni, per un reddito di 15mila euro, l’Irpef si attesta sui 4.200 all’anno. Che sale a 4.700 euro per chi guadagna 20mila euro e a 5.950 euro per un reddito di 25mila euro.
L’ipotesi più accreditata prevede l’estensione dell’aliquota al 23% fino a 25mila euro, con aliquota ferma al 23%, mentre il secondo scaglione scatterebbe da 25mila a 50mila euro con un’aliquota del 33%. Tutto invariato, invece, oltre i 50mila euro, dove l’Irpef resterebbe al 43%. Per chi guadagna 25mila euro, lo sconto Irpef potrebbe raggiungere i 200 euro all’anno, che si somma al taglio del cuneo e all’eventuale detassazione delle tredicesime.