In generale il costo del lavoro è la somma delle spese che un’impresa sostiene per remunerare i propri dipendenti. Tra le macro voci di spesa, in sintesi abbiamo: - I costi della produzione; - I costi del personale (reddito dei lavoratori).
Entrambe le spese sono soggette a tassazione. Significa che lo Stato trattiene una quota per erogare i servizi ai cittadini. Naturalmente è uno dei tanti canali di prelievo fiscale.
Tornando al costo del lavoro, uno degli indicatori per misurare il peso della tassazione è il cuneo fiscale. Da questo termometro possiamo: - Valutare gli effetti della tassazione sul reddito dei lavoratori; - Gli effetti sull'occupazione e sul mercato del lavoro.
Il cuneo fiscale non è solo un calcolo, ma serve anche a orientare le scelte di governo. Dunque, possiamo: - Aumentare il cuneo fiscale; - Tagliare il cuneo fiscale.
Come funziona il cuneo fiscale
Detto in parole semplici, questo “metro di misura” è il risultato in percentuale del confronto tra l'ammontare delle tasse pagate da un singolo lavoratore medio e senza figli, e il costo totale a carico del datore di lavoro. Più sale la percentuale, e più significa che il costo del lavoro ha un peso maggiore, quindi la pressione fiscale è più elevata. Nel corso di alcune congiunture economiche, un cuneo fiscale alto può dunque essere la causa di una minore occupazione. Perché il lavoro costa troppo e, di conseguenza, scoraggia l’occupazione.
Un esempio di cuneo fiscale
Calcolatrice alla mano possiamo calcolare questa percentuale prendendo a titolo di esempio una busta paga. Ipotizziamo che il lavoratore A percepisca 780 euro netti in busta paga. Il titolare dell’azienda B per la quale A lavora, deve versare: - La retribuzione lorda; - E i contributi che sono a carico del lavoratore. Tra detrazioni e contributi, consideriamo che il datore di lavoro, per assumere B, dovrà versare 1.360 euro. Al lavoratore B spetta invece il pagamento: - Dell’Irpef (che viene trattenuta quando consegniamo la dichiarazione dei redditi); - E dei vari contributi a suo carico.
Il cuneo fiscale e contributivo possiamo determinarlo dalla differenza tra retribuzione netta e costo del lavoro. Non ci resta che calcolare la percentuale del rapporto tra 1.360 euro (stipendio lordo) meno 780 euro (stipendio netto). Otterremo un rapporto del 57%. Naturalmente è un calcolo semplificato a titolo di esempio, ma il dato del cuneo fiscale di un Paese si ottiene dalla media di tutte le buste paga e di tutti i lavoratori.
Quanto costa il lavoro in Italia?
Tra le organizzazioni internazionali che si occupano degli studi economici degli Stati a economia di mercato abbiamo l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Sul sito ufficiale è disponibile l’andamento del cuneo fiscale medio, paese per paese, dal 2000 al 2022 (ultimo dato aggiornato). (Qui: Negli ultimi 22 anni l’Italia ha mantenuto una percentuale di cuneo fiscale medio piuttosto costante, ma anche tra le più alte al mondo (47,08% nel 2000 e 45,89% nel 2022). La media di tutti i 22 Stati membri Ocse appartenenti all’Unione europea nel 2022 si è attestata al 41,25%. Dobbiamo però considerare che l’Italia è uno dei Paesi con il più alto debito pubblico al mondo, anche se tra i più ricchi e industrializzati. Prendendo una nazione a caso, con il cuneo fiscale tra i più bassi al mondo, in Australia l’indicatore del 2022 è stato del 26,90%. Significa che il lavoro australiano costa quasi la metà di quello italiano in termini di peso fiscale.
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Come funziona il taglio del cuneo fiscale
Abbassare questo indicatore può essere uno degli obiettivi di politica economica previsti da un governo. Ad esempio, l’attuale governo italiano con l’ultimo decreto Lavoro ha annunciato una sforbiciata al cuneo fiscale dal luglio 2023. In dettaglio, prevede di tagliare il cuneo di 6 punti percentuali per tutti i lavoratori che guadagnano da 25mila a 35mila euro e del 7% per redditi fino a 25mila. Questo minor peso del costo del lavoro farà lievitare il netto in busta paga di 90/100 euro al mese per la prima fascia (25-35mila euro) e di 70/80 euro al mese per la seconda fascia (25mila euro).