Venerdì 22 Novembre 2024
VITTORIO BELLAGAMBA
Economia

Crisi in Medio Oriente e l'effetto reshoring: le aziende tornano a casa

Molte realtà decidono di riportare il baricentro produttivo verso l’Europa: cosa sta succedendo

Il Reshoring generato dalla crisi in Medio Oriente

Il Reshoring generato dalla crisi in Medio Oriente

Milano, 14 marzo 2024 – La crisi in Medio Oriente, si aggrava e le tensioni che da mesi si susseguono nel Mar Rosso tra gennaio e febbraio di quest'anno  hanno causato il dirottamento del 90% delle navi portacontainer della rotta Asia-Europa, principalmente di grandi dimensioni, verso il Capo di Buona Speranza, cambio che ha creato un aumento di circa il 30% di container su questa rotta commerciale, con tempi di transito, che oggi prevedono circa 10 giorni in più per le rotte Asia-Nord Europa e 15-20 giorni per le rotte che entrano nel Mediterraneo. Questo il dato allarmante che è emerso dal rapporto "Scenarios for Container Shipping in the Red Sea Crisis" di Boston Consulting Group sulla 'crisi del Mar Rosso'. Una crisi che, annotano gli esperti, al momento non vede ridimensionamenti, anzi: lo stesso report nei diversi ‘scenari’ ipotizzati prevede un allargamento del conflitto alle aree (già turbolente, ndr) del Medio Oriente, con conseguente probabile aggravarsi della logistica via terra - tramite il Corridoio Economico India-Medio Oriente-Europa (Imec) o Umm Qasr in Iraq, specifica BCG - che da Oriente porta all’Europa proprio attraverso Paesi ad alta rischiosità.

Effetto reshoring per le aziende

Situazione che sta persuadendo le imprese, anche quelle italiane, ad accelerare un fenomeno economico, ovvero il reshoring o rilocalizzazione, che consiste nel riportare più vicino a alle sedi centrali delle aziende le produzioni che in precedenza erano state delocalizzata in Paesi asiatici come Cina o Vietnam. Una tendenza che vede coinvolti sempre più i paesi dell’est Europa, tra tutti la Romania, dove l’Italia con 23mila imprese a partecipazione italiana è il principale Paese investitore per numero di aziende registrate (21 %sul totale) secondo i dati dell’Osservatorio Economico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Le conseguenze del reshoring

“Il reshoring è un trend che sta letteralmente esplodendo in questi ultimi mesi, certo è ancora in fase di consolidamento ma è una tendenza in netta crescita – commenta l’avvocato Giovanni Montanaro, esperto in contenziosi e arbitrati in materia commerciale in ambito internazionale di Rödl & Partner, studio presente in 50 Paesi nel mondo tra cui l’Italia -, lo vediamo dalle richieste di consulenza che ci pervengono dalle imprese per gestire le fasi di transizione del modello produttivo. Aziende che nella maggior parte dei casi vogliono riportare la produzione dalla Cina in Europa, magari anche in Italia ma più spesso nell’Est Europa. E questo non solo per riavvicinare la produzione alle sedi centrali italiane, ma anche perché specie nell’Est Europa si aprono grandi opportunità in materia energetica e di infrastrutture oltre che mercati interni sempre più interessanti. Attenzione, però, perché il processo di reshoring richiede specifiche competenze ed è fondamentale per un’azienda che intende intraprendere questo percorso quello di creare la giusta struttura dedicata che abbia l’esperienza e la preparazione adeguata in particolare in materia legale e tax”.