È il momento della verità per l’industria automobilistica europea. Il 30 gennaio Ursula von der Leyen inaugurerà il tanto atteso dialogo strategico sull’automotive, puntando a offrire già nel giro di un mese le prime risposte concrete a un comparto gravato dalla complessa transizione all’elettrico e dall’implacabile concorrenza di Pechino, a cui si aggiunge la minaccia di possibili dazi americani che rappresenterebbero un altro duro colpo. La presidente della Commissione Ue offrirà una sponda alla battaglia che da mesi vede le big dell’auto Roma e Berlino in prima linea: il confronto strategico, nella visione del vicepremier Matteo Salvini, "accoglie gli auspici dell’Italia per difendere, con buonsenso, famiglie e imprese contro gli eco-estremisti".
Una tutela che nelle prossime ore il ministro Adolfo Urso discuterà a Strasburgo con quattro commissari – tra cui il vicepresidente Ue Raffaele Fitto – a un convegno organizzato dalla delegazione di FdI al Parlamento europeo. La transizione all’elettrico al momento appare intoccabile. Ci sarà più spazio per la flessibilità su percorso e strumenti. Ma, almeno fino alla revisione delle regole fissata al 2026, sembrano escluse retromarce su target di taglio delle emissioni di CO2 (in vista dello stop nel 2035 ai motori a diesel e benzina) e multe per chi non li rispetta.
Red. Eco.