Roma, 28 gennaio 2025 – Il 2024 non è stato un anno semplice per il settore dell’acciaio, fra nuove sfide lanciate dal mercato, contrazione della domanda, e il bisogno di rispondere a interrogativi circa la sostenibilità, che in parte stanno mandando in crisi un settore delicato e strategicamente rilevante a livello internazionale. Se in Europa è atteso un rilancio nel 2025, in Cina la situazione è vicina alla crisi, con indagini sul dumping (politica commerciale predatoria che consiste nel vendere sui mercati esteri un prodotto a un prezzo nettamente inferiore, al fine di conquistare tale mercato) che stanno facendo emergere molte criticità anche in Paesi come Egitto, Vietnam, India e Giappone.
Il pensiero di Stefano Ferrari
"In Europa – ha dichiarato Stefano Ferrari, responsabile dell’Ufficio Studi Siderweb - se si verificherà l’aumento della domanda prospettato da Eurofer, potremmo assistere a un parziale recupero delle scorte che erano state smobilizzate negli anni scorsi. I prezzi dell’acciaio al carbonio hanno avuto un andamento declinante da gennaio 2023 ad oggi. In dettaglio, i prodotti piani hanno avuto un'evoluzione più volatile rispetto ai lunghi. La situazione è asfittica: i prezzi sono in lieve, ma costante calo, salvo piccole fluttuazioni”. Stando ai dati Worldsteel, il consumo a livello mondiale dovrebbe vedere una crescita dell’1,2%, mentre in Europa è atteso un progresso del 2,4% per il consumo reale, e del 4,1% del consumo apparente, secondo i dati Eurofer. Una stima che, sempre secondo Ferrari, "potrebbe però avere difficoltà a concretizzarsi senza una ripresa dei volumi produttivi e dei prezzi”.
Le prospettive di mercato 2025
Il 2025 a livello mondiale potrebbe essere un anno fondamentale per alcuni prodotti, in particolare il ferro, verso il quale vi è una forte attenzione degli addetti ai lavori. Secondo un recente studio della Banca Mondiale, i prezzi dovrebbero mantenere una certa stabilità, con un trend rialzista dovuto ad alcuni problemi nell’approvvigionamento e alla domanda costante. Inoltre, il 2025 è atteso anche alla prova di alcuni necessari adeguamenti produttivi, per far sì che gli impianti siano sempre più sostenibili e ridurre le emissioni di carbonio, come con l’innovazione dell’idrogeno verde e l’utilizzo di nuove tecnologie digitali.
Le indagini anti-dumping nell’Unione Europea
Negli scorsi mesi, la Commissione Europea ha annunciato un’indagine anti-dumping su alcuni prodotti piani laminati a caldo (hrc), in arrivo in Europa da Egitto, Giappone, Vietnam e India, e probabili oggetto di dumping. Nei primi 5 mesi del 2024, questi 4 Paesi hanno rappresentato oltre la metà dei 4,3 milioni di tonnellate di importazioni di hrc, dunque l’indagine potrebbe riguardare 2,2 milioni di tonnellate.
Dal solo Vietnam, nel 2023, 1,13 milioni di tonnellate sono arrivate in Europa, molte più di quelle del 2022, pari a 400mila tonnellate. Tutto ciò potrebbe essere stato favorito dalla scorretta pratica commerciale, la cui indagine darà i primi esiti a inizio febbraio, con la sentenza finale che dovrebbe arrivare entro l'inizio di settembre 2025.
La situazione in Europa secondo Moriconi
“È chiaro – dichiara Marco Moriconi, Sales Director Steel di Hyosung Europe – che una volta che tornerà ad aumentare la richiesta di materiale, per chi fa import di acciaio nell’Ue sarà necessario destreggiarsi tra misure di salvaguardia e investigazioni anti-dumping. Il problema, più che il prezzo, sarà dove comprare. Verranno inoltre avvantaggiati i centri servizi supportati dalle acciaierie rispetto a quelli privati, per i quali l’approvvigionamento del materiale sarà sempre più complesso. A fronte di una marginalità sempre più bassa, minata dalle importazioni dell’eccesso di produzione cinese, da costi energetici sempre più alti e da un consumo europeo destinato a calare, le acciaierie stanno da un lato ristrutturando, dall’altro cercando di mettere barriere all’importazione di acciaio, all’esportazione di rottame e incrementando il supporto all’industria siderurgica attraverso ammortizzatori sociali e sostegno sui costi dell’energia. Vedremo se basterà a evitare un collasso nei prossimi anni”.