Roma, 1 novembre 2024 – Il gelo rimane fra i grandi soci e i vertici di Mediobanca. La famiglia Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone hanno disertato l’assemblea di lunedì 28 ottobre, da cui non si attendevano grandi polemiche, dato che il cda presieduto da Renato Pagliaro e guidato da Alberto Nagel è stato confermato l’anno scorso.
L’assemblea ha visto la partecipazione del 48,75% del capitale e i soci presenti – quasi tutti investitori istituzionali eccetto l’11,4% degli azionisti del patto di Mediobanca – hanno approvato con percentuali “bulgare”, tra il 96% e il 99%, i punti all’ordine del giorno: bilancio, proposta di cedola, buyback e compensi dei vertici. Sono mancati all’appello, però, i due grandi soci: Delfin – la holding degli eredi di Leonardo Del Vecchio, ancora divisi sulla successione al re degli occhiali – che ha depositato il suo 19,81% ma per la prima volta da quando è presente nel capitale di Mediobanca non ha partecipato all’assise, e Caltagirone che non ha nemmeno depositato il suo 7,66%, come già era accaduto il 28 ottobre del 2022.
Segnali di una freddezza che rasenta la maleducazione nei confronti di un management al quale da anni i due soci privati non risparmiano critiche, specie nella contesa dell’aprile 2022 per il rinnovo del cda della partecipata Generali. Sui profitti realizzati dall’istituto i due grandi soci incasseranno comunque dividendi per 218 milioni (Delfin) e per 85 milioni (Caltagirone).
I Benetton, invece, hanno partecipato con la loro quota del 2%. Se si depura il dato dalle partecipazioni di Delfin e Caltagirone, la partecipazione ai lavori quest’anno è stata superiore rispetto all'anno scorso: 48,75% contro il 47,09% del 2023, il che significa che la presenza del mercato è stata massiccia.
La doppia diserzione ha sorpreso il mercato anche per l’assenza di giustificazioni e viene ricondotta all’imminente partita per il rinnovo del board Generali. L’assemblea del Leone si terrà l’8 maggio 2025 ma le grandi manovre sono già partite, con gli occhi puntati soprattutto sulle figure del Ceo Philippe Donnet (arrivato al termine del suo terzo mandato) e del presidente Andrea Sironi. Uno snodo chiave in vista del voto sarà il nuovo piano industriale triennale, che il top management della compagnia terrà a battesimo il prossimo 30 gennaio e che sia Delfin che Caltagirone esamineranno con attenzione. Quanto all’assemblea di Mediobanca, hanno invece sostenuto il vertice la famiglia Benetton e i soci storici riuniti nell’accordo di consultazione, subentrato nel 2018 al vecchio patto di sindacato. Nelle scorse settimane la compagine si è rafforzata dal 10,98% all'11,4% per effetto del buyback e dell’arrotondamento della famiglia Doris (salita al 0,73% con la sua holding Finprog Italia) e nuovi ingressi di peso sono attesi nei prossimi mesi.
Complessivamente i soci presenti hanno dato luce verde con percentuali molto elevate al bilancio dell’anno fiscale 2023-24 (il primo del piano industriale One Brand-One Culture, approvato dal 99,92% del capitale presente), alla distribuzione di un dividendo lordo unitario pari a 1,07 euro per azione, all’acquisto di 37,5 milioni di azioni proprie e la politica generale di remunerazione. Sempre lunedì 28 Mediobanca è tornata sul mercato obbligazionario riservato agli investitori istituzionali e ha fatto il pieno di ordini. Nel corso del collocamento sono stati registrati ordini superiori a 1,9 miliardi, per un valore di quasi quattro volte l’obiettivo di 500 milioni.