Ogni anno, finita l'estate, la politica parla solo di Manovra. Ma che cos'è questa benedetta manovra? Cerchiamo di capirlo. Uno Stato, in fondo, funziona come un'azienda o come una famiglia. Ecco: immaginiamola così: la Manovra di Bilancio è quel documento che alla fine di ogni anno ci dirà, in concreto, quanti soldi guadagnerà lo Stato e quanti ne potrà spendere e per cosa.
Quali sono le entrate? Beh, questo è facile. Sono i soldi che ci mettiamo noi cittadini, sotto forma di tasse e contributi di vario tipo. Ci sono le uscite, e alcune di queste, come avviene in una famiglia, sono fisse. Poi ci sono gli extra.
Sono le novità, i progetti politici, le questioni mai affrontate da risolvere e un mucchio di altre cose. E per realizzare queste novità serve assicurare che ci siano nuove tasse o che risorse già esistenti vengano spostate su questi nuovi obiettivi.
È il motivo, se ci pensiamo, per cui si chiama manovra. Succede ogni anno, a fine anno: analisi e le proposte vengono stilate dal governo e poi discusse dal Parlamento e approvate entro fine anno con un'apposita legge che si chiama Legge di Bilancio.
Se questa legge non passa, allora non si può toccare niente. Lo stato, entra in quello che si chiama Esercizio provvisorio, in cui ogni singola nuova spesa deve essere discussa e approvata dal Parlamento. Un bel pasticcio, che però negli anni passati, la cosiddetta Prima Repubblica, accadeva spesso.
Ma questa è un'altra storia.