Roma, 8 giugno 2023 - Diventano più facili i rinnovi dei contratti a termine entro i 12 mesi. Un emendamento approvato al decreto lavoro del primo maggio stabilisce che entro i primi 12 mesi i contratti a termine potranno essere non solo prorogati ma anche rinnovati “liberamente”, senza le causali previste per i rapporti superiori all’anno.
Al momento un contratto a termine, entro i 12 mesi, può essere rinnovato solo in presenza di causali, mentre può essere prorogato liberamente entro il primo anno, ma successivamente con le causali. La modifica non è retroattiva: per il computo dei 12 mesi, infatti, si tiene conto solo dei contratti stipulati successivamente all'entrata in vigore del decreto. In base alla modifica, “il contratto può essere prorogato e rinnovato liberamente nei primi dodici mesi e, successivamente, solo in presenza delle” causali.
L'attuale disciplina sui contratti di lavoro prevede che al contratto possa esse apposto "un termine di durata non superiore a dodici mesi”: il contratto può avere una durata superiore, ma comunque “non eccedente i 24 mesi”, solo in presenza di alcune condizioni. Il rinnovo può avvenire “solo a fronte” di quelle condizioni. Mentre la proroga è libera nei primi dodici mesi e, successivamente, solo in presenza delle causali. Per rendersi conto della novità e della differenza rispetto a oggi, basta un esempio: se oggi si stipula un contratto a termine di sei mesi e lo si rinnova anche solo di un mese si deve inserire la causalità, anche se si rimane entro i 12 mesi. Con la riforma prevista dall’emendamento, il rinnovo del contratto entro l’anno non richiede più l’indicazione della causale.