Meno vincoli per le aziende in relazione alle assunzioni e ai rinnovi dei contratti a tempo determinato. E’ uno dei punti nodali sui quali si fonda il ‘Decreto Lavoro’ appena approvato al Senato (96 voti favorevoli, 55 contrari e 10 astenuti) e che ora passa per la definitiva approvazione (prevista entro il 3 luglio) alla Camera.
Tra i 45 articoli, i 5 capi e l’allegato che compongono il documento spicca dunque anche l’intento di allentare le maglie più restrittive imposte dal ‘Decreto Dignità ‘ risalente al 2018 in materia di flessibilità degli accordi siglati con la forza lavoro.
Contratti fino a 12 mesi
Sottoscrivere un contratto di lavoro a tempo determinato della durata non superiore all’anno consente di arrivare alla firma senza la necessità di specificare particolari cause che abbiano spinto l’azienda a scegliere questo tipo di formula in alternativa a un’assunzione a tempo indeterminato. In relazione a questa prima casistica, dopo le modifiche adottate dal Senato, ora a non prevedere l’obbligo di causali saranno anche i rinnovi e non soltanto le proroghe.
Cosa cambia per gli accordi biennali
Sostanziose novità riguardano invece i contratti a tempo determinato che hanno una durata fino a 24 mesi. In questo caso è necessario inserire nel documento firmato da lavoratore e azienda la causa legata alla scelta che ha portato a non orientarsi sul contratto indeterminato, che scatta invece per gli accordi di durata superiore.
Le tre cause
Il decreto stabilisce che la scelta possa essere legittimata nel caso in cui si presenti una di tre possibili opzioni.
- La prima riguarda il fatto che tale accordo venga previsto dai contratti collettivi intesi nel senso più ampio e dunque con riferimento sia a quelli firmati su scala nazionale che a quelli che hanno invece la loro collazione su base territoriale o aziendale.
- La seconda ipotesi allarga ulteriormente il raggio d’azione, dal momento he prevede che, in assenza di una casistica che rientri nel primo punto, è possibile avviare un contratto a tempo determinato fino a 24 mesi anche sulla base della sottoscrizione di accordi individuali, che però in questo caso devono avvenire entro la data limite del 30 aprile 2024.
- La terza e ultima opzione è invece riferita alla sostituzione di altri lavoratori.
Le argomentazioni del Governo
Le risposte dell’Esecutivo a chi lamenta una pericolosa spinta verso una ulteriore precarizzazione dei lavoratori, costretti a organizzare la propria vita avendo sempre meno certezze attorno alle quali pianificare il futuro, descrivono l’intento del Governo di consentire un uso più flessibile di questa forma contrattuale, restando in ogni caso all’interno delle disposizioni dell’Unione Europea che riguardano la prevenzione degli abusi in ambito lavorativo.