Domenica 18 Agosto 2024
ANTONIO PATUELLI
Economia

L’analisi dei conti pubblici: crescono entrate e debito pubblico. Il taglio dei tassi può dare stabilità

Il debito pubblico sfiora i 3.000 miliardi di euro: in attesa delle scelte di Fed e Bce, resta l’incertezza per le guerre in Ucraina e Medio Oriente

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C'è attesa per la decisione sui tassi di interesse della Bce a settembre

Roma, 18 agosto 2024 – La Banca d’Italia ha reso noto che nel primo semestre del 2024 le entrate tributarie per lo Stato sono cresciute del 7,5%, con un aumento di ben 17,5 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel solo mese di giugno 2024 le entrate dello Stato sono aumentate del 9,9% rispetto allo stesso mese del 2023, con una crescita di 3,8 miliardi. È prevedibile che questa tendenza venga confermata anche dai dati di luglio 2024, che quest’anno comprendono anche il giorno conclusivo dei pagamenti delle rate Ires e Irpef normalmente in scadenza a fine giugno, ma che nel 2024 sono scivolate al 1° luglio, poiché il 30 giugno era domenica.

Le entrate dello Stato stanno incrementando per vari fattori che saranno più evidenti con i dati che comprenderanno anche il gettito del mese di luglio: evidentemente la crescita dell’occupazione in regola e il buon andamento nel 2023 di tante imprese di vari settori stanno contribuendovi, cosi come anche le imposte sugli interessi corrisposti dagli Istituti di credito ai depositanti che nel primo semestre 2024 (dati Ministero dell’Economia e delle Finanze) sono cresciute di oltre tre miliardi di euro.

La Banca d’Italia ha pure reso noto che, sempre a fine giugno, il debito pubblico è cresciuto a ben 2.948,5 miliardi di euro, una cifra, purtroppo, record. Solamente a settembre, alla vigilia della presentazione autunnale in Parlamento del disegno di legge di Bilancio dello Stato per il 2025, si avranno tutti i dati aggiornati e completi necessari.

Nel frattempo cresce l’attesa per le decisioni che fra poche settimane potranno essere assunte dalle Banche Centrali, innanzitutto dalle più importanti d’Occidente, a cominciare da quella Usa che finora ha mantenuto i tassi ufficiali più elevati, al 5,50%, seguita da quella della Gran Bretagna col 5% e dalla Bce che li ha ridotti al 4,25%.

Se la Federal Reserve Usa diminuirà il tasso ufficiale, quella scelta potrà anche favorire un clima di maggior fiducia non solo per l’economia Usa, ma anche per l’Europa che potrà anch’essa ridurre (ulteriormente) i propri tassi, favorendo la ripresa dello sviluppo e dell’occupazione e combattendo la recessione che si sta manifestando innanzitutto in Germania. Se si innesterà questa tendenza alla riduzione dei tassi ufficiali di sconto delle principali Banche Centrali dell’Occidente, anche gli Stati più indebitati, come l’Italia, ne trarranno vantaggio, potendo diminuire i costi per i rendimenti delle nuove emissioni dei Titoli del debito pubblico.

Queste prospettive mantengono un elevato grado di incertezza anche per il prolungarsi dei gravissimi conflitti in Ucraina e nel Medio Oriente che, oltre ai fortissimi problemi umanitari, comportano anche rilevanti problematiche soprattutto per l’Europa, ed innanzitutto per il Mediterraneo, dove l’economia italiana oggi subisce particolarmente gli alti costi dell’energia e per i trasporti marittimi, penalizzati dalla perdurante crisi del Mar Rosso. Saranno decisivi anche gli sforzi dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali nella limitazione della spesa pubblica e nella lotta all’evasione fiscale, che rappresentano fondamentali ed infiniti sforzi innanzitutto di consapevolezza e di responsabilità.

* Presidente Associazione Bancaria Italiana