Giovedì 7 Novembre 2024
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Economia

Cos'è il contagio finanziario: origini e caratteristiche

Contagio finanziario, il rischio dell’economia globalizzata: che cosa vuol dire e quali sono i casi noti del passato.

Cos'è il contagio finanziario - Crediti iStock Photo

Cos'è il contagio finanziario - Crediti iStock Photo

Roma, 9 maggio 2024 – Nel contesto economico fortemente globalizzato in cui viviamo, uno dei pericoli da evitare è il cosiddetto contagio finanziario. Si tratta di un concetto con evidenti richiami al mondo della medicina, ma in questo caso il “virus” che si trasmette da persona a persona non ha nulla a che fare con le malattie, ma con il settore finanziario. In presenza di un contagio finanziario due o più sistemi, siano essi Stati o gruppi di essi, si influenzano in negativo a vicenda, causando delle conseguenze per i mercati, i prezzi e l’andamento dell’economia reale di tutti i sistemi coinvolti dal fenomeno. È in tale scenario che torna a farsi sentire il concetto di interdipendenza tra i mercati, con ogni singolo elemento che, nelle maniere più svariate, è collegato a un altro e il venir meno di uno causa effetti negativi su tutti gli altri. Un contagio vero e proprio, dunque, definito anche spillover se si predilige una terminologia anglosassone.

Cos'è il contagio finanziario

In base a quanto già detto in precedenza, è possibile dire che il contagio finanziario è indicativo di una situazione nella quale la crisi, o per meglio dire lo shock, che interessa una sola entità economica si diffonde rapidamente e in maniera decisamente incontrollabile anche ad altri soggetti, siano questi istituzioni, settori o Paesi. Il risultato di questo spillover è una generale condizione di crisi che interessa anche soggetti che, prima dello shock, apparivano in una condizione di piena salute economica. Appare evidente come il contagio finanziario rappresenti un pericolo concreto nel mondo di oggi, con il fenomeno che può essere favorito da condizioni di grande integrazione economica e consolidati scambi commerciali e transazioni finanziarie tra più soggetti.  

Tipologie di contagio finanziario

Il contagio finanziario, stando a quanto previsto dalla letteratura finanziaria, può essere di due principali tipologie contraddistinte da differenti origini e diffusione dello stato emergenziale. Ecco dunque che avremo: - il contagio finanziario puro, il quale si verifica nel momento in cui uno shock di mercato si estende ad altre controparti in maniera diretta scatenando una condizione di forte crisi finanziaria. Gli esempi storici non mancano, primo fra tutti quello della crisi finanziaria globale del 2008 innescata dai mutui subprime; - il contagio finanziario indotto, nel quale il contagio si diffonde anche nei mercati che non sono in correlazione diretta con quelli nei quali la crisi è stata innescata. Un esempio è quello della crisi del debito sovrano dell’Area euro nel 2010, innescata a sua volta dalla crisi finanziaria del 2008. Questa, infatti, aveva portato i Paesi europei ad aumentare il proprio debito pubblico, creando negli investitori la paura di un default dei Paesi europei con un elevato livello di debito pubblico, come Grecia, Portogallo e Italia. Tra i mutui subprime (causa della crisi del 2008) e la crisi del debito sovrano in Europa non c’è, dunque, un legame diretto, ma gli effetti del primo scenario hanno contagiato, in maniera indiretta, il secondo.  

Come si diffonde il contagio finanziario

Un’altra possibile distinzione delle tipologie di contagio finanziario può derivare dai canali attraverso i quali questo spillover si diffonde. Secondo la dottrina prevalente, si tratta principalmente di quattro canali, ovvero: - quello commerciale e quindi ai collegamenti che sono la linfa del commercio globale di beni e servizi tra Paesi e aziende; - quello finanziario che, come intuibile, riguarda gli scambi di natura finanziaria che vengono effettuati a livello globale; - quello informativo che è basato sulle notizie in tempo reale e sui dati che vengono scambiati sui mercati globali; - quello psicologico che interessa l’emotività degli operatori e degli investitori i quali, per forza di cose, saranno influenzati dalla crisi di altri soggetti finanziari, con lo scenario che potrebbe indurli a compiere azioni sbagliate come, ad esempio, vendere o comprare titolo di fretta e senza un’accurata valutazione.  

Alcuni esempi di contagio finanziario

Nel corso della storia recente molti sono i casi di contagio finanziario che possono essere portati ad esempio del fenomeno. Secondo diversi studiosi, il primo rilevante in tal senso è avvenuto nel 1997, come conseguenza della crisi finanziaria del Sud-Est asiatico.

Inizialmente tale area del mondo viveva un momento di grande boom economico, con molte esportazioni sostenute da ingenti investimenti provenienti dall’estero. Il contagio finanziario è partito da un Paese, la Thailandia, la cui crescita repentina si è dimostrata negli anni essere drogata, con l’impatto dello scenario nazionale che si è diffuso rapidamente anche in altri Paesi economicamente più stabili, come la Corea del Sud e l’Indonesia.

Questi Paesi, più nello specifico, sono stati traditi da alcune vulnerabilità derivanti da debolezza di dettaglio, il che vuol dire che in condizioni di normalità, mai e poi mai avrebbero subito le conseguenze negative della crisi finanziaria contagiosa innescata dalla Thailandia. L’effetto a catena della crisi nel Sud-Est asiatico ha determinato un forte calo del prezzo del petrolio, con la conseguente emergenza di bilancio in Russia e i successivi movimenti dei tassi d’interesse che hanno fatto collassare un grande fondo speculativo degli Stati Uniti, il LTCM, il quale aveva praticato un arbitraggio rilevante sui tassi russi. Dagli Stati Uniti, la crisi si è poi diffusa anche negli Stati Sudamericani, colpendo soprattutto l’Argentina.  

Contagio finanziario, la crisi del 2008

Un altro esempio molto indicativo di contagio finanziario è quanto avvenuto nel 2008 con la crisi globale innescata dal crollo del mercato immobiliare degli Stati Uniti per l’eccessivo utilizzo fatto di derivati legati ai mutui subprime.

Lo scenario in Usa era il seguente: il prezzo delle case a inizio anni 2000 cresceva, ma la Fed non aumentava i tassi d’interesse per incentivare i cittadini ad acquistare. Improvvisamente, però, la Banca centrale statunitense decise di alzare i tassi, con la conseguenza che molti cittadini non riuscivano a sostenere le nuove rate dei mutui. Le banche avevano cartolarizzato i mutui subprime, correlandoli di altri prodotti finanziari a basso rischio, ma lo scoppio della bolla fece crollare tutto: i cittadini non riuscivano a pagare i mutui e le banche fallivano. Dalla finanza si è passati all’economia reale, con la crescita esponenziale della disoccupazione e il contagio della crisi che arrivò in tutti i Paesi che avevano forti legami commerciali e finanziari con gli Stati Uniti.