Domenica 22 Dicembre 2024
A.MOR.
Economia

Energia, l'allarme Confindustria: regolare prezzi e diversificare fonti

Riunione d'urgenza del Consiglio direttivo di Confindustria nel giorno in cui il ministro Cingolani annuncia che entro due anni l'Italia sarà indipendente dal gas russo

Giacimenti di petrolio da cui ancora oggi dipende l'economia mondiale

Nel giorno in cui il presidente Joe Biden annuncia lo stop delle importazioni di gas e petrolio russo da parte degli Stati Uniti, arriva l'sos del Consiglio direttivo di Confindustria che si è riunito oggi con procedura d'emergenza "a fronte dell'aggravarsi sempre maggiore degli impatti sull'industria italiana dei prezzi energetici e delle materie prime e dei preoccupanti segnali di riduzione e sospensione temporanea delle produzioni", spiega in un comunicato via dell'Astronomia.

La dipendenza dal gas russo

Carlo Bonomi
Carlo Bonomi

"Gli imprenditori - si legge ancora nel comunicato - hanno condiviso la necessità di misure straordinarie che divengono sempre più urgenti per affrontare l'emergenza, sia in sede Ue che da parte del Governo italiano. A cominciare da un'iniziativa concertata comunitaria per un comune prezzo regolato del gas". E ancora l'associazione presieduta da Carlo Bonomi sollecita "misure straordinarie" per far fronte all'aumento del prezzo dell'energia e delle materie prime". Misure "sempre più urgenti" per affrontare l'emergenza, sia in sede Ue che da parte del Governo italiano. Tra queste proposte anche la sospensione straordinaria a tempo degli Ets, che oggi penalizzano l'industria italiana più decarbonizzata di altre, e la revisione del costo marginale per fissare il prezzo orario dell'elettricità. Il mix energetico italiano va modificato radicalmente per diminuire la dipendenza italiana dal gas russo. 

La dipendenza dal gas russo

"Noi dalla Russia importiamo ogni anno all'incirca 29 miliardi di metri cubi di gas, ovvero poco più del 40% del totale importato". Lo ha spiegato il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani che poi ha spiegato come il governo abbia messo in campo "un'azione estremamente rapida ed entro primavera inoltrata circa 15-16 miliardi di metri cubi saranno rimpiazzati da altri fornitori in altre zone del mondo. Ne rimane quindi poco meno della metà e su questo stiamo lavorando con impianti nuovi, rigassificazione e altri contratti di lungo termine, rinforzo delle nostre infrastrutture. Ragionevolmente entro 24-30 mesi dovremmo essere completamente indipendenti". Nella migliore delle iptesi insomma la soluzione non sembra dietro l'angolo e siccome la variabile tempo in questi casi è decisiva il governo italiano sta intensificando i contatti con nuovi fornitori, tra cui l'Azerbaijan, Qatar e i Paesi del Nord Africa.